
Rugiada, quando la poesia incontra la scienza.
di Giuseppe Mugnano.
“Qual rugiada o qual pianto
quai lagrime eran quelle
che sparger vidi dal notturno manto
e dal candido volto de le stelle?
E perché seminò la bianca luna
di cristalline stelle un puro nembo
e l’erba fresca in grembo?
Perché ne l’aria bruna
s’udian, quasi dolendo, intorno intorno
gir l’aure insino al giorno?
Fur segni forse de la tua partita,
vita de la mia vita?”
Così scriveva Torquato Tasso, lamentando la partenza della sua amata ed assimilando gli elementi della natura ai suoi sentimenti. Indubbiamente un così affascinante fenomeno naturale è capace di creare momenti idilliaci nell’animo umano: rugiada è ciò che possiamo ammirare di primo mattino sui fiori e le foglie, rimandando la nostra mente alla notte appena trascorsa e ai pensieri che porta con sé. Uno spettacolo a cui assistere silenti, senza interrogarsi sulle ragioni scientifiche che vi si celano. Meno che mai verrebbe in mente di pensare che questo termine di per sé romantico possa essere associato a questioni militari. Infatti il ‘punto di rugiada’ è un’espressione scientifica che nell’ambito dell’aeronautica sta ad indicare un “particolare stato termodinamico (rappresentato dal rapporto tra temperatura e pressione) in corrispondenza del quale una miscela bifase multicomponente liquido-vapore diviene satura di vapore”.
In parole povere “consiste in un valore – spiega un ufficiale del servizio metereologico dell’aeronautica di Viterbo – indicato in gradi centigradi o celsius al di sopra del quale l’aria si condensa: solitamente il punto di passaggio è attorno ai 5° centigradi, mentre l’altezza in cui si verifica il fenomeno varia a seconda delle condizioni climatiche”. Ciò risulta molto utile per i piloti che si apprestano ad effettuare una sessione di volo, per capire se e dove si formeranno le nuvole in cielo. In passato tuttavia il calcolo del punto di rugiada veniva effettuato anche per altri motivi. “Con i vecchi motori a reazione si rendeva necessario effettuare questo calcolo – prosegue nella spiegazione il meteorologo – per far sì che il velivolo avesse lo stesso rendimento variando, a seconda delle condizioni di pressioni e temperatura, il rapporto tra flusso d’aria e carburante nel motore”. Ora, con i nuovi sofisticatissimi mezzi, questa procedura si è resa inutile.
Ma quando la tecnologia ci tradisce, bisogna essere pronti a tornare ai vecchi metodi. “In caso di guasto dell’altimetro, strumento che consente di calcolare l’altitudine dal suolo, il calcolo del punto di rugiada ci permette di capire a che altezza si trova il velivolo”. Un dettaglio non trascurabile, che in determinati frangenti potrebbe rivelarsi di vitale importanza. E’ infatti fondamentale “conoscere in ogni momento la posizione dell’aereo, in modo da evitare possibili collisioni con altri mezzi in volo”. Onde evitare rischi, meglio rimanere con i piedi per terra e volare solo con l’immaginazione, pensando a qualcosa di poetico da dire guardano una goccia di rugiada.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.