
La Riserva dello Stagnone: storia e natura si specchiano nelle acque di una magica laguna

di Francesco D’Antoni.
In Italia, da nord a sud, non mancano di certo i paesaggi che tolgono il fiato, quelli da cartolina che il mondo ci invidia. Siamo così abituati alle loro meraviglie che abbiamo finito per ignorarle e quasi dimenticarcene. Servono gli occhi di chi le ammira per la prima volta per rompere la nostra colpevole indifferenza e rieducarci ad apprezzare la bellezza che ci circonda. La riseva della Laguna dello Stagnone di Marsala è uno dei quei paesaggi, uno dei luoghi più suggesitivi di tutta la provincia di Trapani. Esiste dal 1984 e si estende dalla laguna fino alle isole Egadi.La laguna guarda alle isole Egadi, Favignana, Levanzo e Marettimo, che si stagliano all’orizzonte, ed è circondata dalle saline che, insieme ai numerosi mulini di epoca spagnola, ne puntellano la costa.
Lo “Stagnone”, una delle lagune più belle d’Europa, prende il suo nome dalla caratteristica somigliaza con un gigantesco stagno: un isola infatti lo separa per un lungo tratto dal mare, riparando la laguna della correnti. L’Isola Grande o Isola Lunga, questo è il suo nome, non è la sola nella laguna: ci sono anche Mozia, antica colonia fenicia, nel cui museo è conservato il “Giovinetto”, una statua greca del 400 a.C. che è stata rinvenuta sull’isola e rappresenta un auriga; l’isoletta di Schola – si racconta che Cicerone, ai tempi in cui era questore di Lilibeo, l’odierna Marsala, vi tenesse una scuola di retorica -; e infine l’isola di Santa Maria. La laguna è la più grande di tutta la Sicilia: le sue acque sono molto basse, tanto che è possibile, in alcuni tratti, raggiungere a piedi le isole. Lo Stagnone era per i Fenici un luogo strategico, riparato dal mare, non lontano dalla terra ferma, era perfetto per fornire una difesa naturale all’isola di Mozia che divenne un importante centro commerciale della Sicilia antica. Con la conquista romana e la nascita di Lilibeo sulla terra ferma, la laguna perse il suo valore strategico e fu dimenticata dalla storia, almeno fino al XV secolo quando la Sicilia divenne spagnola. Fu sotto la dominazione spagnola, infatti, che furono costruiti i primi mulini e le vasche per la raccolta del sale. Oggi, i mulini e le saline possono essere visitati: in uno dei mulini c’è anche un museo del sale. La fauna della Riserva dello Stagnone è molto variegata. Fra i pesci, di cui è vietata la pesca, è possibile trovare saraghi, seppie, polpi, anguille, triglie, spigole, orate, ecc. Solo la pesca sportiva è permessa, anche se è regolamentata. Ci sono anche diverse specie di uccelli migratori, come le anatre selvatiche, i cavalieri d’Italia, gli aironi, i fenicotteri bianchi e rosa, le cicogne e le grù. Non è facile incontrare i fenicotteri rosa, ma quando in gruppi numerosi setacciano con il becco la fanghiglia in cerca di piccoli molluschi, lo spettacolo è assicurato. Il loro colore caratteristico è simile a quello dell’acqua delle vasche a cui il sale conferisce una sfumatura rosata. Gli aironi, decisamente più pigri dei fenicotteri, vegliano sull’acqua appollaiati sui margini delle saline, in attesa di catturare i pesci con un guizzo del becco. Insomma, un vero paradiso per gli ornitologi.
Negli ultimi anni la Laguna dello Stagnone è diventata un luogo di ritrovo per gli appassionati di KiteSurf. Gare internazionali si svolgono ogni anni portando allo Stagnone atleti e appassionati del surf con l’aquilone da tutto il mondo. La Riserva è raggiungibile facilmente sia da Marsala che da Trapani, trovandosi esattamente a metà strada fra le due città. In auto o in bicicletta, è possibile costeggiare il lungomare Spagnola, raggiungere l’imbarcadero per Mozia e raggiungerla in barca o in canoa, oppure semplicemente fermarsi sul ciglio della strada che costeggia la laguna e godersi il magico tramonto sulle saline.
Link utili:
http://www.trapaniwelcome.it/turismo-naturalistico-stagnone-it.html
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