Dagli asili nido alle scuole medie, l’acqua servita in mensa è quella del rubinetto. Una scelta sicura e amica dell’ambiente che garantisce un notevole risparmio economico.
Conclusa la pausa estiva è ora giunto il momento per gli studenti italiani di tornare sui banchi di scuola. Da questa settimana riaprono gli istituti di tutto lo stivale e sono sempre di più quelli che, per le mense, decidono di abolire l’acqua in bottiglia e proporre quella a km zero.

Questa scelta, sottolinea AQUA ITALIA, garantisce un notevole risparmio economico – costa dalle 300 alle 1000 volte meno della cugina in bottiglia -, evita gli sprechi e protegge l’ambiente. È noto infatti che 1 kg di PET (25 bottiglie da 1,5 litri) consuma 2kg di petrolio e 17,5 litri d’acqua e rilascia poi nell’atmosfera: idrocarburi, zolfo, ossidi d’azoto, monossido di carbonio e ben 2,3kg di anidride carbonica, gas responsabile dell’effetto
serra.
Inoltre, le acque di acquedotto sono sottoposte a controlli ben più rigidi delle acqua minerali; queste ultime possono, ad esempio, contenere fino a 50mg/l di arsenico, mentre il limite per l’acqua di acquedotto è di 10mg/l, senza dimenticare che i controlli sulle acque di acquedotto sono più frequenti di quelli previsti per legge sulle acque minerali.
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