
“La Spiga”: gas storico di Fidenza. Intervista con Paola De Marchi

Genuinità, eticità, solidarietà. Questi i principi alla base dei Gas o Gruppi di acquisto solidale, reti di famiglie che collaborano allo scopo di promuovere il consumo e l’acquisto di prodotti il più possibile naturali e di provenienza trasparente.
Un fenomeno, quello dei Gas, che ha avuto origine nel 1994, a Fidenza (comune emiliano in provincia di Parma) e che, negli anni, ha subito una silenziosa quanto rapida diffusione. Stando ai dati ufficiali, infatti, la rete nazionale ne conta oggi 979 – con una densità territoriale molto variabile, che spazia dagli 8 in Sardegna, ai 195 in Lombardia -, i quali coinvolgono circa 200.000 persone. Variabile da zona a zona è anche il fatturato di ciascun Gas: a Bergamo risulta essere di 5 milioni di euro all’anno, a Roma di 3 milioni. A livello nazionale la spesa familiare media in un Gas è pari a 2000 €/anno, mentre quella globale è di 90 milioni di euro annui.
Ciascun Gas, formato da famiglie di volontari, ha una specifica organizzazione e normativa interna, nonché assoluta libertà di gestione. Tuttavia, molti dei gruppi presenti sul territorio italiano hanno autonomamente scelto di aderire ad una rete nazionale comune, chiamata “retegas”.
Anche la città di Parma, nel suo piccolo, vanta la presenza di un elevato numero di Gruppi di acquisto solidale (più di venti, senza contare le province), tra i quali lo storico Gas “La Spiga”, nato nel 1997. Un’associazione dalla struttura solida – sono infatti presenti una gerarchia definita ed uno statuto -, che tiene, al pari di molti altri Gas, a sottolineare la sua totale apoliticità: sul sito http://www.retegas.org si legge infatti “vorremmo precisare che, pur favorendo l’impegno civile ed essendo attenti ai beni comuni e al benvivere di tutti, i Gas nel loro insieme non sono schierati con nessuna formazione politica. […] Crediamo che i valori che ci guidano siano utili per la collettività, e di conseguenza ci auguriamo che, al contrario, ispirino – nella diversità dei ruoli – anche l’operato delle formazioni politiche.”
Per conoscere più da vicino questo modello di organizzazione, abbiamo incontrato uno dei nove membri del direttivo di “La Spiga”, in carica dal 2015 al 2018, Paola De Marchi.
Quali sono i principi alla base di un Gruppo di acquisto solidale?
“Il nostro Gas, come essenzialmente ogni altro, si fonda su tre principi,
riassumibili attraverso tre P: prodotto, processo e progetto.
Il prodotto deve essere buono, il che non significa necessariamente biologico, ma comunque trattato nel modo più naturale e rispettoso per l’ambiente possibile. Di questo ci accertiamo personalmente, indagandone sul campo la zona di provenienza, con test sulle falde acquifere, sul terreno, sul contesto generale di produzione.
Il processo deve essere etico e giusto. In questo senso, riteniamo fondamentale retribuire non solo la materia prima e i costi dei macchinari, ma anche e soprattutto dare adeguata attenzione al lavoro del produttore stesso.
Il progetto, infine, deve essere trasparente. Ciò vuol dire, da un lato, la
presenza di una traccia visibile di economia solidale, secondo quanto detto sopra, dall’altro un costo competitivo, sensato e dimostrato.
Processo e progetto devono, inoltre, mirare alla salvaguardia della biodiversità e della coltivazione variegata, affinché siano tramandate tutte quelle specie di coltura proprie del nostro territorio ma scarsamente presenti all’interno dei supermercati, e che rischiano di sparire dal mercato.”
Di quante famiglie si compone il vostro Gas?
“Al momento siamo 50 famiglie, sparse tra Parma e la provincia, anche se, sempre più, tendiamo a concentrarci verso la città per evitare dispersioni. Essendo tutti volontari, infatti, soprattutto al momento della consegna, risulta molto più agevole, nonché rispettosa dal punto di vista ambientale, una certa concentrazione territoriale. Al di là delle 50 famiglie esistono poi, ovviamente, tutta una serie di contatti, fondati su amicizie e parentele, che espandono ulteriormente la rete de “La Spiga”.”
Che tipo di rapporto c’è tra queste famiglie?
“Uno dei valori basilari di un Gas è la fiducia. Fiducia all’interno di esso, tra i volontari che vi prendono parte e che, nel tempo, instaurano una vera e propria comunità, scambiandosi favori; e fiducia verso il produttore. Si tratta infatti di privati o, comunque, di piccole aziende, che non mirino alla coltura intensiva e con i quali sia sempre possibile instaurare un dialogo.”
Per gli ordini dei prodotti, come ci si organizza all’interno del Gas?
““La Spiga” è un Gas aperto, per cui, per quanto riguarda l’ordine e la distribuzione di ogni prodotto, abbiamo dei “referenti di prodotto”, che si occupano ciascuno di un diverso bene. Ci tengo a dire che noi non ci occupiamo solo di cibo (frutta, verdura, farine, pasta, riso, formaggi, vino, miele, carne, uova, olio, legumi, confetture), come molti Gas italiani, ma di tutto, dal sapone, ai tessili. Dal punto di vista monetario, ogni ordine di prodotto viene effettuato attraverso un sistema informatico sul quale il costo viene scalato, al momento della consegna, da un conto comune.”
Chi volesse avvicinarsi a questo tipo di vita, cosa dovrebbe fare?
“La prima cosa da fare è prendere contatto con un Gas già esistente. È importante, però, tenere presente che si potrebbe essere direzionati altrove poiché, come detto precedentemente, ogni Gruppo di acquisto solidale tende sempre più ad una gestione per zone ristrette.
Ma per i curiosi, un momento di avvicinamento ai nostri ideali, potrebbe essere anche la partecipazione a “MercaTiAmo”, un evento che da alcune settimane e fino al 31 dicembre si tiene ogni venerdì dalle 16.30 alle 19.30, presso un edificio dismesso in via Palermo, 6. Qui piccoli produttori locali, alcuni dei quali nostri collaboratori, danno vita ad un vero e proprio mercato, fondato però su quei principi di eticità, tracciabilità del prodotto, naturalezza e biodiversità, che stanno alla base dei Gas.”
Un piccolo estratto di “Report” (trasmissione di Rai3″, sui Gas e i loro vantaggi:
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