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La lezione di green economy dell’Uruguay e di “Pepe” Mujica

La lezione di green economy dell’Uruguay e di “Pepe” Mujica

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di  Sara Milani.

Difficile non aver sentito parlare di Josè “Pepe” Mujica e delle sue straordinarie lezioni di vita, di stile, di economia, filosofia, ambiente e politica.

Ex capo di stato dell’Uruguay, Pepe è stato un leader sensazionale che ha saputo diffondere concretamente un modo di vivere “più umano e più vero” e ha dimostrato che con poco si può rivoluzionare un intero sistema. Per questo penso che ogni ragazzo in età di sviluppo o qualsiasi persona che si sia persa “nel cammin della sua vita” alla ricerca dell’ultimo modello di qualsiasi bene commerciale detentore della tanto ricercata felicità, debba ascoltare o leggere le sue parole per poi decidere veramente quale strada seguire.

Riporto alcuni versi del suo miracoloso discorso al G20 tenutosi in Brasile in Luglio 2012:

I vecchi pensatori, Epicuro, Seneca dicevano: “Povero non è colui che ha poco, ma colui che necessita, tanto e desidera sempre di più e di più”.

Questa è una chiave di carattere culturale.

Per questo saluterò di buon grado gli sforzi e gli accordi che si faranno, e come governante li sosterrò.

So che alcune cose che sto dicendo, possono urtare.

Ma dobbiamo capire che la crisi dell’acqua e del clima non è la causa.

La causa è il modello di civiltà che abbiamo messo in piedi.

Quello che dobbiamo cambiare è il nostro modo di vivere.

Appartengo a un piccolo paese, dotato di molte risorse naturali.

Nel mio paese ci sono poco più di un milione di abitanti. Ma ci sono anche tredici milioni di vacche, tra le migliori al mondo, e circa otto o dieci milioni di meravigliose pecore.

Il mio paese è un esportatore di cibo, di lattinici, di carne.

E’ una pianura e quasi il 90% del suo territorio è sfruttabile.

I miei compagni lavoratori, hanno lottato molto per ottenere le otto ore di lavoro.

Ora hanno conseguito le sei ore lavorative.

Ma quello che lavora sei ore, poi cerca il secondo lavoro, per cui lavora più di prima.

Perché? Ma perché deve pagare un’enorme quantità di rate: l’auto, la moto, e paga una rata e, un’altra e un’altra ancora, e quando decide di riposare è oramai un vecchio reumatico, come me, e la vita gli è volata via.

E allora uno si deve porre una domanda: è questo lo scopo della vita umana?

Queste cose che dico sono molto elementari: lo sviluppo non può essere contrario alla felicità.

Lo sviluppo deve favorire la felicità umana, l’amore per la terra, le relazioni umane, la cura dei figli, l’avere amici, l’avere il giusto, l’elementare.

Perché il tesoro più importante che abbiamo è la felicità.

Quando lottiamo per migliorare la condizione sociale, dobbiamo ricordare che il primo fattore della condizione sociale si chiama felicità umana.

Grazie.

La sua figura è così importante e riconosciuta tanto che a marzo 2015 tutte le persone in piazza Artigas a Montevideo gridavano il soprannome “Pepe” salutandolo mentre consegnava la fascia presidenziale al suo successore Tabarè Vazquez appartenente alla sua stessa coalizione. Questo piccolo grande uomo nei suoi cinque anni di presidenza ha messo nelle priorità politiche i ceti più bisognosi e il problema del crimine di strada; non sempre è riuscito nei suoi intenti ma è innegabile che abbia ridotto la povertà, abbia portato crescita economica, ma, soprattutto, ha dato una lezione di green economy anche a paesi molto più sviluppati tecnologicamente, ha diversificato le fonti energetiche con cui alimenta le proprie attività guadagnandoci anche in indipendenza.

Mentre il mondo intero si è riunito a Parigi per discutere come procedere per passare dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, l’Uruguay ha dimostrato che poi così difficile non è.

Ramòn Mèndez, il direttore nazionale dell’energia Uruguayana ha sostenuto che ormai le rinnovabili soddisfano il 94,5% del fabbisogno elettrico del paese, sembrano molto lontani i tempi in cui nel paese l’importazione del petrolio era del 27% circa.

L’utilizzo delle rinnovabili riguarda soprattutto l’energia eolica, solare e anche quella delle biomasse è aumentata.

Concretamente il paese si è guadagnato l’inclusione da parte della Banca Mondiale, La Commissione economica dell’America latina e dei Caraibi, il WWF, nell’elenco dei “Green Energy Leader” fungendo da esempio a quei paesi che faticosamente o forse con non troppa convinzione tentano di copiarne l’esempio.

Che cosa serve per virare verso una direzione energetica più sostenibile?: non servono energie nucleari o chissà quali invenzioni tecnologiche ma solo un chiaro processo decisionale, un clima normativo favorevole, una collaborazione fra pubblico e privato, tra l’altro le spese di costruzione e di manutenzione sono basse, l’importante è assicurare agli investitori un clima sicuro e i profitti sono garantiti.

Non a caso, le società straniere si contendono contratti per assicurarsi le centrali eoliche, c’è molta concorrenza e i prezzi si sono abbassati e il paese nell’ultimo anno si è trovato anche a vendere un terzo della loro elettricità ad altri paesi mentre una volta era importato dall’Argentina.

Certo, ancora i trasporti dipendono dal petrolio ma difatti l’enorme successo è evidente e lo si deve a una democrazia stabile, buone condizioni naturali, aziende pubbliche solide.

Non tutti i paesi possono naturalmente avere queste condizioni ma la lezione più grande dell’Uruguay è stata proprio legata al fattore decisionale dell’impresa, dopo una grande crisi, nel 2008, tutto il sistema politico si è messo in moto per apportare i dovuti cambiamenti, gli stessi che ci troviamo ad affrontare noi oggi.

Dopo la conferenza sul clima tenutasi a Parigi dal 30 novembre scorso all’11 dicembre, conclusasi con l’impellente necessità di ridurre i gas inquinanti, l’Uruguay, piccolo paese, dimostra di essere la soluzione alla quale guardare e lavorare. E’ anche chiaro che per farlo molti analisti sostengono che bisogna enfatizzare il vantaggio economico che si può trarre da fonti di energia alternative, ma comunque è ancora più chiaro che se la politica guarda tutta verso la stessa direzione con precise regole e scadenze non c’è numero di abitanti, locazione nel modo che possa fermarla. Anche la pace e la sicurezza interna ne trarrebbero vantaggio.

 

SITOGRAFIA:  

Per gli aspetti generali :  http://www.rinnovabili.it/energia/uruguay-elettricita-rinnovabili-666/

Fiorini. F, Mujica, L’Uruguay saluta il presidente povero, La Stampa –Mondo, http://www.lastampa.it/2015/03/01/esteri/mujica-luruguay-saluta-il-presidente-povero-9Up8FyDwQmsBvM4Q3qRGAL/pagina.html, data di aggiornamento 01 marzo 2015.

La formidabile politica energetica dell’Uruguay, Il Post.it- economia, http://www.ilpost.it/2015/12/07/energia-pulita-uruguay/, da di aggiornamento 07 dicembre 2015.

Watts.J, traduzione di Anna Bissonti, La svolta spettacolare dell’Uruguay: il 95% del suo fabbisogno di elettricità dalle rinnovabili, The Guardian, http://www.repubblica.it/ambiente/2015/12/11/news/la_svolta_spettacolare_dell_uruguay_il_95_del_suo_fabbisogno_di_elettricita_dalle_rinnovabili-129235075/, data di aggiornamento 11 dicembre 2015.

 

 

 

 

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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