
Cristo (per fortuna) si è fermato a Eboli. Alla scoperta dell’incontaminata Basilicata

di Alessia Tavarone.
Basilicatesi, basilichesi, basilischi. Non sono esseri mitologici ma solo alcuni dei modi in cui vengono erroneamente chiamati gli abitanti della Basilicata che, per informazione generale, si chiamano lucani. Se anche voi, almeno una volta nella vita avete avuto questo dubbio, tranquilli, non fate vacillare le fondamenta del vostro italiano. Molto semplicemente la Basilicata è una regione tanto sconosciuta e misteriosa che una piccola incertezza (forse) può essere tollerata.
Anche Rocco Papaleo, attore e regista lucano, nel suo Basilicata Cost to Cost cantava “Tu che ne sai, l’hai vista mai? Basilicata is on my mind” ben consapevole di quanto sia poco conosciuta questa regione, nonostante rappresenti un gioiello per la bellezza e l’unicità del suo territorio. Ci sono, infatti, numerosissime riserve naturali, il parco nazionale della Val d’Agri e quello del Pollino, dove cresce il rarissimo pino loricato. C’è il Vulture, un antico vulcano spento i cui crateri si sono trasformati in laghi e sulle cui pendici abbondano i vigneti dell’Aglianico annoverato tra i
più grandi vini rossi d’Italia. Se nella cartina immaginaria con cui visualizzate l’Italia nella vostra testa vedete la Basilicata incastrata tra Campania, Calabria e Puglia, osservate bene perché, se pur piccole, ci sono ben due coste, quella tirrenica di Maratea e quella ionica di Metaponto, entrambe caratterizzate da un mare turchese e cristallino. Se invece quello che cercate è l’adrenalina, dovete raggiungere Pietrapertosa e Castelmezzano, entrambi nell’elenco dei borghi più belli d’Italia e in quello delle località sconosciute più belle al mondo. Questi due paesi, incastonati tra speroni di roccia e profondi strapiombi, sono collegati da due corde d’acciaio tese tra le cime che permettono ai visitatori di percorrere sospesi sul canyon, oltre un chilometro di distanza a 120 km orari. Questo è il “Volo dell’angelo” un’altra attrazione lucana unica nel suo genere.
Attraversate la Basilicata e vi sembrerà di trovarvi in un posto lontano, dove tutto è rimasto come in un film di cinquant’anni fa. Ci sono colline che ovunque accarezzano l’orizzonte, campi coltivati, piccoli paesi che di notte brillano come presepi sui pendii degli altipiani, tramonti e cieli stellati che in città non si vedono più, il profumo degli alberi, della terra, dell’erba portato ovunque dal vento. E se per caso esplorerete uno dei paesini sulla vostra strada state pur certi, che nel centro storico, dove ancora ci sono case e strade in pietra, troverete un vecchietto seduto sull’uscio di casa a fischiettare, con la “coppola” in testa e un saluto, nel suo dialetto, da rivolgere ai passanti. Non è quindi un caso che questa regione sia stata scelta come set da registi del calibro di Pasolini, Salvatores, Gibson e che Carlo Levi, dopo esservi stato esiliato e avervi scritto “Cristo si è fermato ad Eboli”, l’abbia scelta come luogo del suo riposo eterno.
La Basilicata è un luogo fuori dal tempo, nonostante l’industria stia registrando una crescita negli ultimi anni, sembra che qui la realtà e la frenesia delle grandi metropoli siano concetti lontani e astratti. I suoi 575 mila abitanti che la rendono, dopo la Val d’Aosta, la regione con la minor densità abitativa, sono distribuiti tra piccoli borghi incastonati nelle Dolomiti e verdi cittadine sorte sulle colline di grano. Naturalmente il maggior numero degli abitanti si trova presso i due capoluoghi di regione che vantano ciascuno un record: Potenza, con i suoi 819 m sul livello del mare, è il capoluogo di regione più alto d’Italia, e Matera, città dei Sassi, è stato il primo sito italiano dichiarato Patrimonio Universale dell’Umanità dall’Unesco e sarà capitale europea della cultura nel 2019.
La Basilicata è la terra di Carmine Crocco e i suoi briganti, è la terra di riti e antiche feste che rimangono immutati nonostante il passare dei secoli, è stata terra di emigrazione, di lotte, di conquiste e si dice sia stata anche attraversata dei Templari, è una terra in cui prodotti tipici e tradizioni culinarie si intrecciano alla storia e alla cultura di un popolo umile ma generoso. È una terra bella, verde, incontaminata e se la curiosità di visitare quest’antica regione inizia a farsi sentire, ricordate: La Basilicata C’è …. ed è tutta da scoprire
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