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A Flint in Michigan acqua inbevibile. Torna in campo Erin Brockovich

A Flint in Michigan acqua inbevibile. Torna in campo Erin Brockovich

 

 

Flint emergency water

di Athos Guerro.

Lontano dalle luci e dagli eccessi di New York e Los Angeles, metropoli che inevitabilmente catalizzano l’attenzione dei media, negli Stati Uniti sono molte le realtà che offrono uno spaccato assai diverso della società statunitense, specie per quanto riguarda le conseguenze della recente crisi economica. Flint, nello Stato del Michigan, rappresenta un caso emblematico. Città di medie dimensioni  – 102.434 abitanti secondo il censimento del 2010 – e capoluogo della contea di Genesee, questo centro abitato ad un’ora d’auto da Detroit ha vissuto in passato diversi decenni  all’insegna del benessere economico: nella prima metà del Novecento colossi del settore automobilistico come General Motors, Buick e Chevrolet vi installarono diversi loro stabilimenti, facendo sì che Flint diventasse nota in tutta America con l’appellativo di “Vehicle City”.

A partire dagli anni Ottanta però, la deindustrializzazione ha comportato conseguenze significative per la città, similmente a quanto avvenuto per la stessa Detroit , addirittura fallita nel luglio del 2013: la popolazione, che un tempo si attestava sulle 200.000 unità, si è dimezzata nel giro di trent’anni; chi è rimasto appartiene in gran parte alle fasce più povere (40,1%) ed è in prevalenza afroamericano (56,6%); la disoccupazione ha toccato l’apice (23%) nel 2010. In un simile contesto, la violenza ha trovato terreno fertile: sin dai primi anni Duemila Flint è infatti entrata in pianta stabile nella lista delle città più pericolose d’America, a causa del numero esorbitante di crimini commessi in relazione al numero di abitanti. La crisi economica scoppiata nel 2008 non ha fatto altro che peggiorare la situazione, favorendo la decisione che ha innescato la problematica attuale: nel marzo 2013, difatti, la municipalità decise di interrompere la fornitura d’acqua proveniente da Detroit, collegamento attivo sin dal lontano 1966. Le autorità locali, intenzionate a risparmiare circa 4 milioni di dollari l’anno, optarono quindi per un diverso fornitore, il quale attingeva le proprie risorse presso il fiume Flint: tale provvedimento avrebbe comunque  dovuto avere una valenza solamente temporanea, in attesa della realizzazione di una nuova conduttura collegata direttamente con il lago Huron.

Nel giro di poche settimane, i residenti cominciarono però a notare la comparsa di diversi fenomeni preoccupanti, come la tonalità stessa dell’acqua – spesso giallastra – e la comparsa sempre più copiosa di “disturbi” legati al consumo e al contatto con l’acqua, che in alcuni casi provocarono gravi danni alle cellule cerebrali. Le analisi condotte su iniziativa di diversi privati cittadini non lasciarono il benché minimo dubbio sulla qualità dell’acqua: furono infatti riscontrate tracce sia di metalli pesanti (come il piombo) che di materiale organico, come il noto batterio Escherichia Coli. Inizialmente si tentò di intervenire con grandi quantità di cloro, che tuttavia ebbe il solo risultato di peggiorare ulteriormente il quadro complessivo. Tuttavia la questione stentava ancora a divenire di pubblico dominio, con ogni probabilità a causa dell’enorme scandalo che avrebbe potuto generarsi.

Si è perciò rivelato determinante l’interessamento alla situazione di Erin Brockovich, la nota attivista a stelle e strisce interpretata sul grande schermo nientemeno che da Julia Roberts (Erin Brockovich – Forte come la verità, 2000), che peraltro in tale occasione conquisto l’Oscar come Migliore Attrice.  La 55enne era già balzata agli onori della cronaca tra il 1993 e il 1996 per la vicenda raccontata nella pellicola, relativa all’inquinamento delle falde idriche di Hinkley (California) che costrinse la Pacific Gas & Electric ad un maxi-risarcimento pari a 333 milioni di dollari: col passare degli anni ella si è sempre mantenuta vigile su questo argomento, cosicché già dal gennaio dello scorso anno ha iniziato a trattare pubblicamente la questione, auspicando un ruolo più attivo da parte delle autorità.

flint 2

In seguito ad ulteriori analisi, le quali hanno riscontrato la presenza di componenti altamente corrosive, la situazione è finalmente arrivata ad un punto di svolta: il 17 gennaio il Governatore del Michigan, Rick Snyder, ha chiesto e ottenuto che il Presidente Barack Obama dichiarasse lo stato di emergenza per Flint, misura che potrebbe destinare circa 96 milioni di dollari alla risoluzione del problema. Nel frattempo, nel tentativo di porvi temporaneamente rimedio, altri 12 milioni erano già stati stanziati per permettere un nuovo collegamento alla rete idrica di Detroit. In attesa di appurare le effettive responsabilità riguardanti la contaminazione dell’acqua , che nei paraggi di Flint ha già causato 10 vittime per legionellosi, in tutti gli Stati Uniti è scattata una gara di solidarietà: personaggi arcinoti del cinema e della musica, tra i quali Mark Wahlberg, Matt Damon, Cher, i rapper P.Diddy ed Eminem, hanno infatti donato letteralmente milioni di bottiglie d’acqua (in aggiunta a cospicue cifre di denaro) alla comunità, iniziativa poi replicata da colossi quali Coca-Cola, Nestlé e Pepsi, che hanno assicurato una fornitura di ben 6,5 milioni di bottiglie d’acqua agli oltre 10.000 studenti delle scuole pubbliche della città.

Con ogni probabilità il peggio è ormai alle spalle:  ma se non fosse stato per gli sforzi profusi da pochi cittadini preoccupati e per l’interessamento di un “pezzo da novanta” come la Brockovich, in che condizioni verserebbero oggi i cittadini di Flint? Un quesito che ne implica un altro, ancora più preoccupante: quanti possono essere i casi analoghi riscontrabili in America Settentrionale e in Europa, nei cosiddetti Paesi sviluppati, senza che la popolazione locale ne sia a conoscenza?

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