
Magica vista sull’Enza…mangiando un tortino di Tarassaco
di Malù Pagani.
La mattina non vorrei mai staccarmi dal mio balconcino ad est . Seguo il sole fin dall’inizio della sua giornata . Non si vede ancora ma già spande un chiarore bianco-rosa su tutta la fascia che mi è permessa di vedere ed è l’aurora, premonitrice dell’alba che segue di li a poco. Si affaccia la palla arancio spicchio per spicchio, poi totale, e la luce intorno muta, si fa più nitida e decisa e comincia realmente ad illuminare ogni cosa. Piano piano sprigiona il suo tepore che ti riscalda anche dentro, dopo le ore buie della notte uomini e natura hanno bisogno di una calda accoglienza . Le tenere pratoline del pratino sottostante, lasciato crescere a suo piacimento, cominciano a schiudersi ed apparire nella loro forma smagliante. I narcisi che ho sparso ovunque,intorno agli alberi, alle vecchie” socche”, a lato delle annose panchine di cemento , sul bordo del piccolo canale di servizio (per l’irrigazione a scorrimento del grande prato stabile sottostante) sorridono gioiosi . Le doviziose pulmonarie coi loro insoliti fiori rosa e azzurri si distendono per meglio ricevere i raggi vivificanti.
Qua e là le agiughe, piccole spighe blu, rigide ed introverse, sembrano essere indifferenti a tale evento,ma senz’altro lo apprezzeranno nel loro intimo . Invece lo dimostrano sfacciatamente, senza ritegno alcuno, i gialli ranuncoli pratensis che alti si allungano e si spandono per meglio accogliere questa luce, questo tepore ristoratore ed avviarsi alla maturazione dei semi. Così la grande discesa diventa sempre più uniformemente gialla, e tu non credi ai tuoi occhi . Oltre la gialla spianata una lunga fila di acacie fortunatamente ancora parzialmente spoglie lasciano intravedere altri prati prima del nostro torrente Enza (per certi è un torrente, per altri un fiume, ancora non si sono messi d’accordo). Lo sguardo va oltre, incontra la linea bianca ghiaiosa del torrente e poi sorpresa: tre laghetti, creati dopo l’escavazione della ghiaia ed ora adibiti alla pesca sportiva . E ancora oltre, nel reggiano, altri prati verdissimi e pioppi e salici dal verde quasi trasparente e al limitare la strada che unisce san Polo a Bibbiano. Si vedono mezzi che la percorrono ma a questa distanza si muovono silenti,mostri inevitabili dei nostri tempi .
Non ho parlato del quercione bicentenario che ci protegge dalle correnti del nord, sempre desideroso di aprirsi alla vita anche se sempre più incline ad andare verso est . Non ho parlato della sophora ancora spoglia ma so che non mi tradirà, sebbene ogni anno lasci a terra dei rami secchi: metterà le sue foglie e poi in agosto i suoi bianchi fiori . Non ho parlato del cespuglione di viburnum opalus già pronto per la bellissima fioritura bianca. Ho trascurato le pervinche che umili ma sempre vigili vegetano sotto le grandi foglie della petasite fragrans e gli azzurri iris iaponica che colonizzano gran parte del sottobosco .
Non vorrei scendere a piano terra, mi devo occupare di altre cose e il sogno svanisce. Andrò a raccogliere dei bei tarassachi, alti e teneri che ho adocchiato nella vigna per farne anche coi fiori un tortino salato.
Tortino salato di tarassaco.
Pulire, lavare e lessare in poca acqua sia il verde che i fiori col loro gambo .Tritarli grossolanamente e passarli in padella con olio e aglio vestito .A freddo unire ricotta,uova intere,parmigiano , pane grattato, sale e pepe. Stendere il composto su un foglio di pasta brisè e mettere in forno per 40 minuti circa. Si può servire tiepida o fredda.
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