
Nella Valle delle cartiere del Garda

di Maria Teresa Angella.
Estate: tempo di partenze, viaggi e scoperte. Che spesso sono a due passi da casa. Comunque raggiungibili senza dovere stare ore in auto o dovere prendere un treno o un aereo per trovare e vedere qualcosa di nascosto, bellissimo e insolito. Già, perché non capita tutti i giorni di inoltrarsi nel letto di un fiume stretto fra le montagne, dove non c’è quasi rete, immersi nel verde e di trovarvi un museo che di “vecchio” ha ben poco. Sede di una tradizione produttiva avviata nel 1300, polo cartario di primaria importanza nei territori della Repubblica veneta tra quattrocento e settecento, la Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno ha conservato importanti testimonianze del suo laborioso passato industriale, inserite in un suggestivo paesaggio che sembra contrastare con la vicina riva del Lago di Garda.
«Una barca naufragò nel Garda; il vento spezzò l’albero e portò la vela ad incassarsi in una insenatura di Toscolano. La forza delle onde ridusse la vela in poltiglia ma l’esposizione al sole tornò a darle consistenza. Quando alcuni abitanti del luogo si resero conto che quel materiale era adatto alla scrittura fondarono la prima cartiera» (leggenda sulla nascita della cartiera, fonte: http://www.valledellecartiere.it/it/la-storia-della-valle. Il vecchio Polo cartaio di Maina Inferiore (questo il suo nome prima che passasse sotto la sopraintendenza del comune di Toscolano Maderno) è stato trasformato, da fabbrica attiva fino al 1962, in museo espositivo e interattivo inaugurato nel 2007. Un suggestivo percorso di visita che dal nucleo cinquecentesco della fabbrica, nel quale sono riprodotti macchinari e attrezzature caratteristici della produzione della carta dal XV al XVII secolo, si snoda nelle sale del piano superiore dove è ben visibile l’avvento e lo stravolgimento che hanno subito le macchine durante e dopo la Rivoluzione Industriale.
Si passa così da un piano terra dedicato al ricordo del lavoro estenuante di uomini, donne e bambini nel triturare stracci, ammollarli, sbiancarli e trasformarli in poltiglia con l’aiuto di ruote dentate, prima mosse da animali e poi sfruttando la forza motrice dell’acqua; ad un piano superiore dove una parte è dedicata a ricordare il processo di asciugatura dei fogli, mentre l’altra è riservata alle macchine sopraggiunte nella seconda metà del 1800 e alle stanze per la composizione dei caratteri. In un’altra ala del museo si può ammirare l’enorme macchina moderna che ha prestato servizio fino alla chiusura della fabbrica: è stata lasciata immobile mentre produceva una bobina di carta, così da poterne dare una dimostrazione ai visitatori.
Durante la seconda guerra mondiale questa fabbrica è rimasta attiva e ha avuto il compito di produrre cartamoneta per la Repubblica Sociale Italiana. Nel 1921 la parte più a nord dell’insediamento fu trasformata in centrale elettrica, alimentata dalla caduta d’acqua lungo una condotta forzata. La centrale è stata ripristinata dal Comune, che ancora oggi vi produce energia sfruttando la forza idraulica. Il paesaggio che deriva da tutte queste modificazioni (quasi millenarie) costituisce oggi una fra le più importanti aree archeologico – industriali italiane ed è inserito nel territorio del Parco Alto Garda Bresciano. Un gruppo di volontari e l’Amministrazione Comunale hanno cercato di contrastare l’abbandono della zona dando vita a un progetto di recupero del territorio finalizzato alla rivalorizzazione storico – ambientale della valle. Dal 2008 è arrivato anche il riconoscimento di “Ecomuseo” da parte della Regione Lombardia, grazie alle importati caratteristiche storiche, culturali e naturalistiche della valle di Toscolano Maderno.
Oltre alla classica funzione espositiva “da museo” fatta di visite guidate, la vecchia cartiera offre anche la possibilità a bambini e ragazzi di fare esperienza con i laboratori didattici legati alla storia della carta. Non mancano inoltre manifestazioni culturali, mostre a tema ed eventi (http://www.valledellecartiere.it/it/eventi).
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