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I mille volti di New York

I mille volti di New York

di Michela Caramella

Esiste un luogo, a New York, che più di altri è emblema di una possibilità di rinascita urbanistica: la High Line. Definita dalla Lonely Planet “un parco in cielo”, è stata realizzata riconvertendo quella che era stata, dal 1930 agli anni ‘80, la West Side Line, la linea ferroviaria di trasporti merci di Manhattan, che percorreva un’area sporca e poco raccomandabile. La vediamo, abbandonata, nel film culto Manhattan, proprio in apertura, mentre Woody Allen dice “Capitolo 1. Adoro New York”. Costruita nel 1929 e costata al municipio 150 milioni di dollari, aveva l’obiettivo di sopraelevare il traffico merci dal Meatpacking District di Chelsea sino al cuore di Manhattan, nei pressi della Penn Station, senza intasare il traffico, in sostituzione della leggendaria ferrovia portuale della Tenth Avenue, soprannominata Death Avenue (la via della morte) a causa dei numerosi incidenti provocati dai suoi treni.

per limitarli, i West Side Cowboys, precedevano il treno a cavallo sventolando bandiere per avvisare del suo arrivo

La High Line però venne usata solo per una ventina d’anni, perché la crescita del trasporto su strada la rese sempre meno competitiva e, nel 1960, dopo soli trent’anni, la parte meridionale della ferrovia fu demolita. La parte restante venne progressivamente dismessa, fino ad essere completamente abbandonata nel 1980. I residenti volevano fosse abbattuta, ma nel 1990 due newyorkesi, Joschua David e Robert Hammond, fondarono il comitato civico “Friends of the High Line”,, sostenuto anche da celebrità come Kevin Bacon e Edward Norton.

Dopo la sua chiusura, la ferrovia si era trasformata in un biotopo meraviglioso, con piante e fiori e arbusti sbucati tra le rotaie, l’acciaio e il cemento newyorkesi, donando un po’ di verde al quartiere di Chelsea

La determinazione del comitato ha consentito di assecondare il corso spontaneo della natura trasformando la High Line in un parco ispirato alla Promenade Plantée di Parigi: inaugurata nella primavera del 2009, è oggi una passeggiata aperta al pubblico, giardino panoramico con 210 specie differenti di piante, che si estende per oltre due chilometri, collegando la Gansevoort Street con la 34th Street.

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Il progetto è stato così ben curato che percorrere la High Line è ritenuta un’esperienza da non perdere per chi visita New York. L’integrazione della natura nel paesaggio urbanistico è perfettamente riuscita, e la scelta di sperimentare l’uso collettivo dell’architettura urbana rispettando quanto la natura aveva da sola iniziato è l’elemento vincente e caratterizzante del parco, che ha oltre 5 milioni di visitatori all’anno (più della Statua della Libertà), ed è molto amato dai newyorkesi stessi, per una passeggiata, per fare jogging, per fermarsi a leggere un libro, o per assistere a uno spettacolo estivo.

La High Line è un esempio perfettamente riuscito di agritecture, termine coniato dagli americani per indicare l’unione tra agricoltura e architettura sostenibile

Il parco della High Line di New York è gratuito e aperto tutti i giorni, dalle 7.00 alle 19.00 in inverno, fino alle 22.00 in primavera e fino alle 23.00 in estate. È sorvegliato, sicuro anche la sera e ben tenuto grazie al costante lavoro dei volontari e della “Friends of the High Line”, che continua ad essere l’organizzazione (non-profit) che cura e gestisce il parco attraverso la raccolta di fondi privati. L’intero percorso è disseminato di aree per il relax, chaise longue in legno e lettini per prendere il sole, terrazze per godere lo spettacolo della metropoli, prati e panchine, tratti con acqua che scorre, e insieme pezzetti di binari, scale per entrare e uscire (ben 11 sono gli ingressi, 5 accessibili anche ai disabili, concepiti come passaggi graduali dal trambusto della metropoli alla tranquillità del parco), tavolini per socializzare e angoli per appartarsi a leggere un libro. La High Line è anche un bel posto per i bambini, grazie alle attività organizzate per loro tutti i sabati e i mercoledì.


Foto in evidenza: by Rob Bye – https://unsplash.com/search/new-york?photo=gCwUnnur2Mk
Foto testo: by Michela Caramella

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