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La Torbiera di Agrate: il parco al servizio della natura

La Torbiera di Agrate: il parco al servizio della natura

di Michela Caramella

Per gli amanti degli animali e dei parchi naturali un sito da non perdere è La Torbiera di Agrate Conturbia, in provincia di Novara. Si tratta di un parco faunistico creato nel 1977 che beneficia di un ambiente particolarmente favorevole alla conservazione di molte specie animali, che, secondo un concetto moderno di zoo, non sono trattati come oggetti di esposizione per il pubblico, ma sono considerati soggetti da proteggere e preservare dall’estinzione. 

Con il termine torbiera si indica un ambiente boschivo umido, il cui terreno è particolarmente ricco, caratterizzato da laghetti su cui si deposita “la torba”, che altro non è se non quanto resta delle parti morte di piante e arbusti che, immerse, nell’acqua, non si decompongono per mancanza di ossigeno.

Chi si aspetta uno zoo tradizionale rischia di rimanere deluso da un contesto ambientale sin troppo naturale, in cui, quando si può, si privilegia il benessere degli animali a quello dei visitatori. Accade così che alcuni visitatori, come si può leggere su siti come tripadvisor, si lamentino dell’odore, delle stradine dissestate, della presenza di animali che appaiono diversi dall’immaginario, perché magari anziani, o semplicemente non ipernutriti, come può accadere in altri contesti. In qualcuno la delusione può nascere anche dal non essere riuscito ad avvistare alcune specie, in quanto non sempre gli animali si rendono visibili.

Può accadere di avere la fortuna di vedere nuotare la lontra nell’area del laghetto visibile attraverso una vetrata, ma può anche accadere di non riuscire neppure ad avvistarla fuori dall’acqua. La direttrice del parco risponde così alle critiche online su tripadvisor: 

“Le aree destinate ad ospitare gli animali sono mantenute il più naturali possibile, proprio per nostra scelta e, se in esse vi si trovano foglie, rami, terricci ed altro, non sono fattori di trascuratezza. Per quanto riguarda gli odori, sono del tutto naturali, in quanto molte specie selvatiche, in particolare gli individui di sesso maschile, producono ferormoni particolarmente forti e per l’essere umano a volte sgradevoli. Da 40 anni oltre all’allevamento di specie in via di estinzione abbiamo svolto anche il ruolo di centro di accoglienza e recupero della fauna selvatica autoctona ed esotica. Nel corso di questi anni con nostra grande soddisfazione abbiamo: contribuito al rilascio in natura di diverse specie minacciate, riabilitato numerosi individui incidentati e poi restituiti al loro ambiente naturale, protetto un’area di alto interesse ambientale che offre rifugio a numerosissime specie autoctone, contribuito nel realizzare numerosi progetti di conservazione in Italia e all’estero, collaborato con centri di accoglienza nazionali e internazionali per ottimizzare il loro funzionamento sempre e esclusivamente in funzione del benessere degli animali.”

La visita del parco risulta comunque affascinante e incanta grandi e piccini. L’imponenza della tigre dell’Amur, che si osserva attraverso un vetro ma che sembra quasi di poter toccare, l’agilità del ghepardo, che si vede libero senza barriere, separato dal pubblico solo da un fossato, l’eleganza dei daini, osservabili senza recinzioni, conquistano e stupiscono i visitatori di ogni età. Spettacolari sono anche i paesaggi, il lungo sentiero che costeggia il laghetto, gli uccelli che lo sorvolano, la ricca vegetazione. “Nel Parco Naturale della Torbiera”, leggiamo sulla pagina Facebook ufficiale del parco, “mediante progetti stipulati con Governi internazionali, si fanno nascere animali inseriti nel libro rosso delle specie in estinzione.

‘Si riproducono il Panda Rosso, il Crisocione, il Binturong, il gatto Manul, il Leopardo delle nevi, il cervo pudu, la tigre dell’Amur, il gibbone dalle mani bianche, il Markor, il cervo delle filippine e tanti altri. Visitare il parco, attraverso un percorso a piedi in un ambiente naturale di altissimo valore, è anche un modo per contribuire ai progetti di conservazione nei luoghi di origine degli animali.’

Le aree che ospitano gli animali sono state realizzate per il loro benessere, con folta vegetazione dove potersi rifugiare, è quindi l’animale stesso che decide quando e come esporsi alla vista del pubblico”. Nel parco vi è anche un’ampia area incontaminata chiusa al pubblico, che si estende per circa 40 ettari, il doppio dell’area visitabile, con laghetti, sorgenti naturali e paesaggi unici. Quest’area è visitabile solo in occasione di visite guidate, corsi di fotografia o eventi che la direzione del Parco organizza con una certa frequenza e che pubblicizza sulla sua pagina Facebook.

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Il parco aperto al pubblico è visitabile da marzo a novembre (da aprile a settembre tutti i giorni, negli altri mesi solo nel week-end) attraverso un sentiero di circa 2 km, che si percorre in un paio d’ore. Il costo del biglietto è di 12 euro (8 per i bambini, che entrano gratuitamente sino ai 4 anni) e serve a sostenere l’attività di salvaguardia e cura degli animali. È disponibile un abbonamento che dà diritto a 5 ingressi e che consente di vedere il parco in stagioni diverse. Anche l’iscrizione alla pagina Facebook, che ha oltre mille iscritti, è un modo di sostenere il parco, facendolo conoscere ed apprezzare attraverso la pubblicazione di foto e commenti.

Foto in evidenza by Patti Black

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