
L’acqua che elimina l’acqua?

di Federica Polimeni
Il potere del marketing è direttamente proporzionale alla rilevanza dell’oggetto sponsorizzato. Ma cosa accade quando a essere pubblicizzata, è l’acqua?
Nel 2015 Ferrarelle, azienda produttrice del noto marchio Vitasnella, stila il Bilancio di Sostenibilità; così nel report sul prodotto in questione:
È un’acqua oligominerale caratterizzata da un basso contenuto di sodio e da un buon quantitativo di magnesio e calcio associati alla presenza di bicarbonati e solfati. È leader nel target femminile.
Una buona acqua, ma come diventa la prediletta tra tutte le altre oligominerali presenti in commercio dalle qualità analoghe se non superiori? Le sue caratteristiche chimico-fisiche sono conformi, ma perché Vitasnella dovrebbe essere responsabile di eliminare l’acqua dai cuscinetti adiposi delle donne? Accumuli antiestetici, cacofonicamente cellulite, perché dovrebbe distruggersi, bevendola? Il consumo giornaliero di acqua è circa 2 litri, ma perché le donne e perché proprio Vitasnella?
Il marchio aiuta, attrae verso qualcosa di esteticamente perfetto: VITA-SNELLA. Gli inventori del brand sono audaci, lungimiranti, geniali. “Vita” non solo richiama a uno stile di vita salutare ma “vita” intesa anche come girovita, e si sa, Sissi osò indossare la crinolina pur di averlo invidiabile. Non bastasse, aggiungono “Snella”, che non è magra, deperita o filiforme, è snella, sta per silhouette. La plastica utilizzata è studiata nel dettaglio: la forma affusolata del PET ricorda l’arcinoto modello 90-60-90.
Volano basso nel 2014 raccontando una storia di donne di diversa età e costituzione, che si piacciono. Il claim recita “Essere in forma significa essere se stesse al meglio”. Nel 2015 Vitasnella spiega le ali e lancia la campagna di comunicazione “The Perfect Woman”: una donna attraverso un complicato sistema di video mapping è giudicata e modellata da otto sconosciuti.
Rincara la dose nel 2016 con il programma benessere “Tu al Meglio”: le donne sono spronate a migliorare il loro status psico-fisico con un percorso di tre mesi. Entrambe le campagne di comunicazione sono firmate dall’agenzia Saatchi&Saatchi e qui i signori del marketing sono tutti maledettamente uomini.
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