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Bruges. Romantica città d’acqua e di canali

Bruges. Romantica città d’acqua e di canali

di  Chiara  Campanini
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Bruges. I canali che le scorrono attorno come un filo di perle le hanno fatto guadagnare il titolo di città più romantica delle Fiandre. E tra le più fotogeniche: con i suoi viali acciottolati, gli archi di mattoni, le chiese di pietra e i pittoreschi ponti è praticamente impossibile scattare una brutta foto! I cigni, i cavalli che tirano i calessi sulle strade e le giunchiglie nel parco regalano infine un tocco magico alla città.
Pur essendo piccola e “classica”, Bruges è una città ricca di offerte e di opportunità, ci si può perdere tra zone decisamente trendy, ricche di boutique, negozi di cioccolato e
tesori architettonici .
Il
Grote Markt, o Piazza del Mercato, era il centro commerciale di Bruges in epoca medioevale. Oggi è il cuore della città ed uno dei punti di maggior interesse turistico.

Il Markt è fiancheggiato da caratteristiche case dalle guglie appuntite, un tempo sedi delle corporazioni – oggi occupate da ristoranti e caffè – e dai mercati generali risalenti al 1200, dominati dalla massiccia torre campanaria. Dall’alto dei suoi 83 metri, il Belfort, il simbolo di Bruges dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, si innalza superbo, sul centro storico, da ammirare anche durante un giro in barca per i canali. Trecentosessantasei scalini di una ripida scala consentono di giungere in cima al campanile contenente un impressionante meccanismo di orologeria, un carillon con 47 campane azionato manualmente, e dal quale si gode una splendida vista sulla città e i dintorni. A est della piazza si trovano, il neogotico Palazzo Provinciale e il palazzo delle poste di Bruges. Le statue al centro del Markt raffigurano Jan Breydel e Pieter de Coninck, due eroi della rivolta fiamminga contro l’occupazione francese.

Il Burg è una delle piazze principali dei Bruges. Un tempo qui sorgeva il castello fortificato costruito per proteggere il centro abitato dagli attacchi dei Vichinghi, e la chiesa di San Donaziano, principale edificio sacro di Bruges. La piazza era il cuore amministrativo e religioso di Bruges e, sebbene nulla rimane delle due costruzioni, i bellissimi edifici storici che la circondano ne sono la testimonianza. Primo fra tutti il trecentesco municipio gotico (Stadhuis), uno dei più antichi dei Paesi Bassi, con guglie, torrette e la facciata costellata di finestre e splendidamente decorata.

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Capolavoro assoluto è la Sala Gotica con i suoi dipinti murali che illustrano gli eventi più importanti della storia di Bruges, e la volta policroma. Accanto al Municipio si trova l’ex Registro Civile in stile rinascimentale che ospita il Museo Storico della ‘Brugse VrijÈ con il monumentale camino in legno, alabastro e marmo realizzato in onore di Carlo V. Barocco è, invece, il Proosdij (Casa Provost), antica residenza del prevosto di Bruges mentre la facciata attuale del Palazzo di Giustizia è nello stile classico del XVIII secolo.

Da circa otto secoli, la Basilica del Santo Sangue di Bruges ospita un frammento del tessuto utilizzato da Giuseppe d’Arimatea per asciugare il sangue di Cristo dopo la crocifissione. La sacra reliquia è contenuta in un flacone di cristallo di rocca posto all’interno di un piccolo cilindro di vetro sormontato da una corona d’oro a ciascuna estremità. L’adorazione della stessa è all’origine della storica Processione (la Heilig-Bloedprocessie) che si tiene ogni anno nel giorno dell’Ascensione per le strade del centro di Bruges.

La Basilica del Santo Sangue è formata da due parti distinte: la cappella inferiore romanica di San Basilio, piuttosto cupa e quasi priva di decorazioni, dove sono conservate le reliquie del teologo greco, e la cappella superiore del Santo Sangue in stile gotico, impreziosita da affreschi e illuminata da bellissime vetrate. Qui, una delle cappelle laterali custodisce, in un magnifico tabernacolo d’argento, la venerata reliquia del Preziosissimo Sangue. All’esterno della basilica, il piccolo Museo ospita il reliquiario in cui è posta la fiala del Santo Sangue durante la processione, e altri tesori appartenenti alla chiesa.

Un muro di protezione e un portale settecentesco (rigorosamente sbarrato dopo le 18:30) preservano la tranquillità e la pace del Begijnhof “De Wijngaard”, un gruppo di case bianche raggruppate intorno ad un giardino alberato, un tempo abitate dalle beghine di Bruges, oggi sostituite dalle monache del’Ordine di San Benedetto. Il Beghinaggio “della vigna” di Bruges, fondato da Margherita di Costantinopoli, è uno dei pochi e meglio conservati complessi sorti intorno al XIII secolo proprio nelle Fiandre, come comunità semi-monastica di donne sole e vedove, spesso ricche, dedicate a Dio. Come tutti i beghinaggi è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Una delle abitazioni è stata trasformata in un museo per dare al visitatore un’idea dello stile di vita delle beghine. Oggi come un tempo, il Begijnhof resta un’oasi di pace nel cuore della città.

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Il Museo di Groening dove l’esercito del fiammingo sconfisse l’esercito del re di Francia, anche noto come Museo comunale delle Belle Arti, offre una ricca collezione di opere d’arte dal XV al XX secolo, concentrandosi principalmente sugli artisti che hanno vissuto e lavorato a Bruges. Scopo dell’esposizione: offrire un’interessante panoramica di sei secoli d’arte nei Paesi Bassi meridionali. Una magnifica raccolta di dipinti dei cosiddetti Primitivi Fiamminghi costituisce il nucleo centrale della mostra permanente e, soprattutto una delle migliori collezioni di arte medioevale in Europa.

Il Museo vanta infatti, alcuni capolavori di Jan Van Eyck, considerato l’iniziatore della scuola fiamminga; Hans Memling; Gerard David; e Hugo van der Goes. Interessante la sezione dedicata ai dipinti dei maestri del Rinascimento e del Barocco (Jan Provoost, Pieter Pourbus, Jacob van Oost, Jan Antoon Garremijn), e ai capolavori neoclassici del XVIII e XIX secolo. Chiudono la raccolta museale una bella serie di dipinti dell’espressionismo fiammingo ed alcune opere di arte moderna del dopoguerra.

Il vecchio complesso ospedaliero di San Giovanni, un tempo ricovero di malati, poveri e pellegrini di Bruges, oggi ospita il Museo Memling, il museo dell’ospedale e l’antica farmacia. Mobili, oggetti, archivi e strumenti medici, raccontano la secolare storia dell’ospedale e l’opera caritatevole delle sorelle e dei fratelli della Congregazione del Sint-Janshospitaal che qui curavano i corpi e le anime.

Fiore all’occhiello del complesso è però, la cappella dell’Ospedale che ospita sei lavori di uno dei più noti maestri della pittura fiamminga, ovvero Hans Memling. Tra i capolavori che la Congregazione commissionò al pittore troviamo: la Teca di Santa Orsola, scrigno di legno contenete le reliquie della santa formato da sei pannelli che raccontano la storia della giovane martire; la ‘Pala di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista‘ (anche nota come “Matrimonio mistico di Santa Caterina”). Meritano una visita anche l’antico dormitorio, la stanza del custode e la farmacia nel piccolo chiostro.

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Uno dei posti più caratteristici e popolari di Bruges è il Minnewater, il lago nei pressi del Begijnhof circondato da un bellissimo parco e attraversato da un suggestivo ponte del 1720 che regala una vista spettacolare sulle torri e i tetti a punta di Bruges. Luogo romantico per gli innamorati, incantevole rifugio per chi è in cerca di tranquillità, non sorprende che questa oasi di pace e bellezza sia anche conosciuta come “Lago d’amore”. Eppure, la sua origine ha ben poco di poetico: nato in seguito alla canalizzazione del fiume Reie, il lago veniva utilizzato come porto fluviale e serbatoio d’acqua per i canali circostanti. Proprio questa funzione secondo un’ipotesi molto accreditata, avrebbe dato il nome al lago. Oltre che per l’incanto e la magia del paesaggio, il Minnewater è famoso anche per ospitare una folta colonia di cigni. La presenza dei bellissimi volatili sulle rive del lago è legata ad un’antica leggenda. Si narra che nel 1488, la popolazione di Bruges giustiziò uno degli amministratori della città appartenenti alla corte di Massimiliano d’Austria. Dal momento che lo stemma di famiglia dello sventurato recava l’effige di un cigno bianco, l’imperatore punì i cittadini obbligandoli a popolare di cigni i laghi e i canali della città, per l’eternità.

Circa l'autore

Giorgio Triani

Sociologo, giornalista, consulente d’impresa.

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