
Un amore alto 165 metri. La leggendaria cascata delle Marmore

di Marco Lacava
È una cascata tra le più alte al mondo. 165 metri di caduta, suddiviso in tre salti, le Marmore si trovano in Umbria, vicino Terni e attualmente vengono utilizzate sia come meta turistica che come fonte di energia idroelettrica. Già nel XVII secolo era visitata giornalmente da molti turisti ed era una delle tappe del Gran Tour, ossia i lunghi viaggi effettuati dai giovani aristocratici che avevano come obiettivo aumentare e perfezionare la loro conoscenza in un tour che iniziava e finiva in una medesima città.
Una leggenda avvolge la nascita di questa cascata. Un giorno un giovane pescatore di nome Velino si trovava sulla sommità della montagna dal quale oggi ha inizio il muro d’acqua. Mentre era nell’intento di procurarsi il rancio, vide una bellissima donna farsi il bagno nelle acque poco lontane da lui. Si innamorò immediatamente di questa fanciulla e decise di andarle a parlare. Era una ninfa di nome Nera, una dea della religione greca, amante dei boschi, delle montagne e dei corsi d’acqua. I due giovani si innamorarono l’un l’altro e passarono momenti stupendi tra le valli umbre. Giove, il Dio più potente, non voleva che creature immortali come le ninfe si legassero agli uomini mortali: decise di mettere fine a questo amore e trasformò Nera in un fiume. Una volta che il giovane pescatore si recò nel bosco alla ricerca della sua amata, non la trovò. Notò, invece, la nascita di un nuovo corso d’acqua e pensò che stesse affogando tra le sue acque: decise immediatamente di tuffarsi per salvarla. Al che Giove, intuita la potenza dell’amore che avvolgeva i due giovani, decise di trasformare Velino nella cascata, proprio mentre si stava gettando dalla montagna. Ed è così che il fiume Velino e il fiume Nera, che attualmente bagnano la valle sottostante la cascata (chiamata Valnerina), grazie alla intersezione dei loro corsi, possono consumare il loro amore per l’eternità.
In realtà la nascita della cascata è riconducibile all’epoca Romana. Fino all’inizio del III secolo a.C. il fiume Velino si estendeva in una zona paludosa, in cui l’acqua diventava stagnante e malsana. Il console romano Curio Dentato decise di far scavare un canale che raccogliesse il fiume Velino sulla rupe delle Marmore, così da allontanarlo dalla zona acquitrinosa. Ed è in questo modo che il fiume si trasforma in cascata, si getta in un vuoto complessivo di 165 metri e si unisce alle acque del fiume Nera.
Nonostante la leggenda fosse più avvincente della realtà, come spesso accade d’altronde, oggi non possiamo far altro che ringraziare il console romano che prese la superba decisione. Sia perché riuscì a bonificare la piana originariamente bagnata da Velino, sia perché permise la creazione di una delle più belle e affascinanti cascate di tutto il mondo.
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