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Il valore dell’ acqua: convegno in Cattolica a Piacenza

Il valore dell’ acqua: convegno in Cattolica a Piacenza

 

 

Si è tenuto ieri, 13 febbraio all’ Alla Sede piacentina dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore il convegno Il valore dell’ acqua, i cui temi trattati sono stati quelli, di estrema attualità, legati ai problemi causati dal cambiamento climatico che agricoltori e non solo, si trovano a fronteggiare da qualche anno, primo fra tutti la crescente penuria di acqua. Tra le finalità dell’ incontro quella di far emergere il bisogno di un maggior numero di infrastrutture dedicate alla raccolta di acque piovane nel territorio, di cui si è discusso tra le proposte della tavola rotonda. Si è parlato in particolare dell’ ipotesi della costruzione di una nuova diga nella provincia, in Val Nure.

Relatori durante la mattinata sono stati Sandro Nanni, responsabile dell’ Arpae Emilia Romagna, Marco Trevisan,  preside della facoltà di scienza agrarie, alimentari ed ambientali dell’ università, Matteo Scaglioni, responsabile Water Management Consorzio Agrario Terrepadane ed Adalgisa Torselli, responsabiledi struttura, autorizzazioni e concessioni di Piacenza Arpae.

Si è partiti con una panoramica sulla situazione climatica che ha messo innanzitutto in luce la differenza sostanziale tra la media delle precipitazioni cumulate nel periodo ottobre-agosto degli ultimi cinquant’ anni, pari a 1131 mm, con il dato relativo al 2017, stimato di 760 mm. Non è però solo il quantitativo a preoccupare gli esperti, ma anche la concentrazione delle piogge; se i giorni di precipitazione sono diminuiti, passando da un normale quantitativo di 83 ad uno di 57 nel 2017. Un accumulo questo che ha dato origine anche ad una serie di episodi di alluvioni. Un’ altro problema in relazione con la mancanza di piogge di cui ha parlato Nanni è l’ inquinamento dell’ aria, che ha toccato livelli altissimi nella città di Piacenza nell’ ultimo anno.  Non mancano spunti di strategia, che vengono riassunti con l’ auspicio di superare l’ atteggiamento di quotidiana emergenza in favore di una pianificazione sul lungo periodo.

Punto quest’ ultimo sul quale si è soffermato anche Trevisan, che si è concentrato sulla necessità di imparare a gestire le risorse idriche per l’ agricoltura. Quello che si suggerisce è di rendere più efficiente la raccolta e l’ organizzazione dell’ eccesso di acque piovane dei periodi di piena, grazie alle dighe presenti sul territorio e il rinforzo delle infrastrutture adeguate, soprattutto tenendo contro che il nostro paese, al contrario degli altri stati d’ Europa, ricava il 70% delle sue risorse idriche dalle falde e non dall’ acqua in superfice.

Se si è concordato sull’ ovvia soluzione della limitazione degli sprechi si è anche certamente convenuto sul fatto che la strada da prendere è quella di liberarsi della tendenza a trattare la questione come un’ emergenza continua e di iniziare ad elaborare strategie durature, partendo dalla convinzione che le tendenze degli ultimi anni rappresentano un trend destinato a confermarsi e con il quale, certamente, si devono fare concretamente i conti.

 

Di Letizia Bonvini

 

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