
Le fontane di Carrara: l’arte tra acqua e marmo

di Sara Galderisi
L’acqua non manca a Carrara, città toscana arroccata ai piedi delle Alpi Apuane, dalle quali viene estratto il marmo che rende il centro abitato famoso in tutto il mondo. Proprio di marmo sono le numerose fontane che anni fa, prima dell’acqua corrente, erano usate dagli abitanti per avere acqua potabile.
L’acqua che le alimenta, purissima, tanto da necessitare solo di trattamenti minimi prima di riversarsi nelle fontane, arriva dalle quattro sorgenti di Torano, piccolo paese sopra Carrara, attraverso più di trecento chilometri di tubi che fanno sgorgare in città circa cento litri al secondo.
Ecco le più belle.
FONTANA DELLA SIRENA
Situata presso il Ponte delle Lacrime, lungo la Via Carriona, la fontana della Sirena risale probabilmente al XVI secolo quando fu commissionata da Alberico I Cybo Malaspina. Secondo la leggenda, citata anche da Dante nella Divina Commedia, una sirena, risalendo lungo il Carrione, rimase affascinata dal paesaggio e si innamorò di Aronte, affascinante giovane uomo. Lo sposò ma con il tempo lui invecchiava mentre lei rimaneva sempre giovane e bellissima. La madre di lei, mandò un pesce come messaggero per indurla a tornare a casa e lei, lasciando il vecchio Aronte addormentato, cominciò a discendere il Carrione insieme il pesce per obbedire alla madre. Venne però vista da Giove che per punirla della sua fuga tramutò in marmo sia la sirena che il pesce.
FONTANA DEL GIGANTE
Scolpita nel 1558 da Baccio Bandinelli, ma rimasta incompiuta, la fontana del Gigante è situata di fronte al Duomo di Carrara e raffigura Nettuno, dio delle Acque.
FONTANA DI BEATRICE D’ESTE
Realizzata da Pietro Fontana nel 1826, la fontana rappresenta Maria Beatrice D’Este, principessa di Carrara e Duchessa di Massa ed è arricchita da bassorilievi, opera di artisti carraresi. La fontana con la sfinge è la copia della celebre opera esposta al Louvre di Parigi.
FONTANA DEL BOCCALONE
Detta in dialetto “mascròn”, la fontana del Boccalone raffigura un uomo dalla bocca larga che incute un certo timore in chi che la guarda. La leggenda vuole che un anonimo, spaventato dall’aspetto minaccioso della fontana, l’abbia regalata al Comune di Carrara.
FONTANA DI PIAZZA D’ARMI
Negli anni è stata più volte modificata: sono stati eliminati i simboli fascisti e nel 1976 è stata inserita una palla di marmo rotante (grazie a cuscinetti idraulici) realizzata dall’americano Kennet Davis.
FONTANA DELLA VENERE
In realtà si chiama Fontana della Bagnante e nelle intenzioni del suo creatore, Aldo Buttini, doveva raffigurare la ninfa Frine, che scolpì ispirandosi a sua moglie. Realizzata nel 1934 per la Prima Mostra del Marmo, fu poi lasciata in un laboratorio per quasi trent’anni per poi essere donata dallo scultore alla città che la pose in pieno centro storico. Da allora è conosciuta da tutti i carrarini come la “Venere”.
FONTANA DELLA MORETTA
Opera del carrarese Cesare Poli, contiene simboli fascisti ed è ispirata alla colonizzazione italiana dell’Africa. La fontana della Moretta raffigura una donna che regge un’anfora, uomini impegnati in lavori agricoli e una testa di moro dalla quale sgorga l’acqua.
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