
“Agua”: lotta fotografica contro l’inquinamento marino

Isabel Muñoz è l’autrice degli scatti esposti alla galería Blanca Berlín di Madrid. Originaria di Barcellona, è da riconosciuta anni tra i protagonisti della fotografia internazionale: diverse volte premiata al concorso di fotogiornalismo World Press Photo, nel 2016 ha ricevuto dal Ministero della Cultura spagnolo il Premio Nacional de Fotografia.
Nello stesso periodo ha iniziato a interessarsi al mare e a scattare alcune delle fotografie presenti alla mostra. Vedendo la condizione delle acque del Mediterraneo e dei mari del Giappone, la Muñoz ha incominciato a riflettere sulla questione ormai cruciale dell’inquinamento. “Cosa lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti– dice, riferendosi al mare- se non siamo capaci di avere cura dei suoi tesori, se continuiamo a gettare in mare oggetti di plastica che sono una trappola mortale per le specie che lo abitano, se continuiamo a riversare residui che metteranno fine alla biodiversità marina se non reagiamo in tempo?”
Così ha deciso di muoversi in prima persona, interpretando la drammaticità del problema attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica. Il risultato del progetto, terminato nel corso del 2017, sono la trentina di scatti raccolti alla Galería Blanca Berlín. I soggetti sono quelli cari all’ autrice, le sue ‘ossessioni’, come li definisce lei: corpi nudi in movimento e scarpette da ballo. I modelli sono avvolti in lunghe e leggiadre lenzuola di materiale plastico- in particolare quello utilizzato per ricoprire le serre. Tutto quanto è ritratto sott’acqua, tra i 3 e i 5 metri di profondità. Questo ha comportato non poche difficoltà, e la Muñoz ha dovuto imparare le tecniche di immersione per poter scattare. L’oscurità marina, valorizzata dalla tecnica della stampa al platino, si presta perfettamente a sostenere il messaggio ecologista dell’artista che dice: “L’arte- il nostro lavoro- deve servire a qualcosa di più, no?”
di Marina Alfieri
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