
Autostrada dell’acqua: l’acqua di Carrara fino a Livorno?

E’ al vaglio da parte di Gaia, il Gestore Idrico della Toscana che gestisce l’acqua delle provincie di Massa-Carrara, Pistoia e Lucca, un progetto, denominato “autostrada dell’acqua”, che prevederebbe la realizzazione di una rete idrica che prelevi l’acqua dalle sorgenti delle Alpi Apuane (in particolare Carrara e Aulla) per portarla nelle zone a rischio siccità specialmente in estate come Livorno.
Secondo Paolo Peruzzi, direttore di Gaia, l’acqua verrebbe prelevata tramite pozzi di approvvigionamento e trasportata attraverso tubi di meno di due metri di diametro fino alle zone di Camaiore e Livorno, questo per garantire a tutto il territorio una riserva idrica sufficiente e continua in caso di necessità. Peruzzi afferma che “chiamarla autostrada dell’acqua è una banalizzazione, l’opera sarebbe una garanzia per tutti. Dobbiamo pensare che aumenterà la sicurezza dell’utente. Bisogna pensare al futuro”. Il sistema a suo dire “dovrà garantire disponibilità d’acqua del 30-40% superiore a quella richiesta nelle fasi più critiche, per far fronte agli eventi straordinari”. Non si tratterebbe di prendere l’acqua dai bacini apuani per farla avere ai comuni più a valle ma di un dare e avere a seconda dei bisogni di ciascuno, un vantaggio insomma anche per la nostra zona.
Per il reperimento delle risorse necessarie, Gaia ha aumentato le tariffe del 5% ma si tratterebbe di un aumento provvisorio. Il piano (ancora al vaglio) per Gaia consentirebbe di “assicurare l’approvvigionamento idrico in tutto il territorio, in un futuro sempre più coinvolto dai cambiamenti climatici” e di “dare sicurezza all’utente di non vedere mai mancare una risorsa irrinunciabile, anche nei periodi critici”.
Dubbiosi sono gli abitanti di Massa e Carrara che vedono il progetto come uno sfruttamento territoriale e hanno istituito varie associazioni che hanno organizzato il 17 gennaio scorso una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato più di 200 cittadini. I rappresentanti delle istituzioni chiedono una valutazione dell’impatto ambientale dell’opera e che la popolazione sia informata delle trivellazioni necessarie per scavare i pozzi; sono inoltre scettici su come possa un tubo snodarsi da Aulla a Carrara, data la forte pendenza e la distanza. Riguardo all’aumento delle tariffe del 5% , ritengono ingiusto il fatto che siano i cittadini a pagare a causa dell’incuria delle fabbriche di Livorno che hanno, a loro dire, inquinato l’acqua con l’arsenico. Il vero timore però, è che i lavori inquinino le nostre acque, già messe a rischio dalla presenza di calcare, e che invece di ridurre gli sprechi e razionalizzare il ciclo delle acque, si vogliano consumare le risorse del territorio, facendo per di più pagare il costo dell’opera ai cittadini. Si fa notare come in Lunigiana i lavori sarebbero troppo vicini ai luoghi in cui sono state rinvenute le prime statue stele, rimasti per lo più verdi e incontaminati.
In particolare l’associazione Italia Nostra di Massa-Montignoso definisce il progetto “un’altra bufala”, spiegando che “dal punto di vista teorico questa ideuzza ci pare un colabrodo, come molti degli acquedotti in funzione e ci viene spontaneo pensare che sia soprattutto una boutade atta a giustificare il prossimo aumento annunciato. L’unica cosa sicura è il tentativo, attraverso questa faraonica ed inattuabile idea, di avere subito, al solito un aumento delle tariffe dell’acqua”.
In attesa di saperne di più, le associazioni fanno fronte comune e chiedono la salvaguardia delle risorse naturali e la gestione interamente pubblica dell’acqua.
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