
Niente acqua a Città del Capo

Pericolo scampato, almeno per il 2018. Il “Day Zero”, ovvero la fatidica data in cui la città avrebbe esaurito le sue scorte d’acqua, è stato spostato all’anno prossimo. Ma facciamo un passo indietro e spieghiamo meglio la situazione che sta vivendo Città del Capo.
Innanzitutto, occorre specificare che la città viene rifornita d’acqua attraverso un sistema di dighe, organizzate nel Western Cape Water Supply System. In seguito ad un aumento di popolazione, si consideri che dal 1995 al 2018 la popolazione è quasi raddoppiata, sono state effettuate opere di ampliamento della capacità delle dighe per poter meglio soddisfare le necessità degli abitanti. Sarà forse banale ricordare che l’acqua raccolta attraverso le dighe proviene dalle precipitazioni: niente pioggia significa in poche parole no acqua. Perciò dopo due inverni particolarmente piovosi, quelli del 2013 e del 2014, Città del Capo ha visto iniziare un lungo periodo di siccità. Basti far presente che dal 2014 al 2015 i livelli d’acqua nelle dighe sono passati dal 71.9% al 50.1%.
Una situazione gravissima che ha costretto le autorità ad applicare un piano per la riduzione dei consumi idrici. In realtà questo piano era attivo, in forma preventiva, già dai primi anni 2000 ma all’epoca i cittadini dovevano solo a far fronte alle lievi restrizioni dettate dalle costrizioni del Livello 1.
La water crisis è peggiorata sempre di più e rovinosamente, tanto che anno dopo anno le misure venivano via via intensificate, seguendo gli step successivi previsti dal piano di prevenzione idrica, ma il 2017 è stato indubbiamente l’anno del declino. Le restrizioni si sono fatte sempre più dure: abbassamento della pressione dell’acqua, tagli in alcune ore del giorno, razionamento forzato e un limite di cinquanta litri pro capite al giorno.
A Gennaio 2018 Patricia de Lille, sindaco di Città del Capo, ha annunciato la possibilità dell’avvicinarsi del “Day Zero”, previsto per Maggio 2018. Nel momento in cui l’acqua corrente sarebbe stata tolta ai cittadini si sarebbe attivato un piano d’emergenza che prevedeva l’attivazione di 149 punti di raccolta in cui i cittadini avrebbero potuto prelevare la loro razione quotidiana di acqua, prevista attorno a 25 litri pro capite, un numero in realtà variabile in base alla quantità di acqua. Infatti l’acqua di queste zone di distribuzione proverrebbe non dalle dighe della regione stessa ma da altre regioni, attraverso un reticolo sotterraneo. Il Sud Africa è una ragione arida perciò non si può quantificare quanti aiuti possano arrivare dall’interno e non si può nemmeno sapere se giungeranno ulteriori aiuti esterni.
Come spiega JP Smith, delegato alla Sicurezza e ai Servizi Sociali della città, l’attuazione di questo piano è davvero costosa, si parla all’incirca di 200 milioni, pertanto si è evitato, e si cercherà di evitare, fino all’ultimo la sua applicazione.
A Marzo 2018 Città del Capo giunge al suo più basso consumo giornaliero di acqua circa 510 milioni litri d’acqua, la cifra che più si avvicina al target raccomandato di 400 milioni per diem. La fatidica data viene allora rimandata all’anno successivo ma la situazione per i cittadini non cambia. Infatti la mancata attuazione del piano d’emergenza è stata possibile solo grazie alle durissime restrizioni applicate in questi mesi. Insomma i cittadini di Città del Capo possono tirare un sospiro di sollievo ma dovranno continuare a fare numerosi sacrifici.
Che impatto ha una crisi di questo tipo sulla società? Il settore economico, e in particolare quello agricolo, è ovviamente quello ad aver sofferto più di tutti con ripercussioni anche nella vita quotidiana delle persone attraverso numerosi licenziamenti e perdite di rendimento. In generale una crisi idrica di questa portata non può che creare disagi su larga scala e in tutti i settori sebbene in maniera differente, pensiamo alla sanità ad esempio e all’effetto che può aver avuto su di essa.
Il mondo ha guardato con interesse e anche timore la situazione di Città del Capo, perché a fronte di questa situazione disastrosa viene da chiedersi se saranno sempre più nella norma eventi di questo tipo, ma soprattutto siamo ancora in tempo per evitare il peggioramento di questi cambiamenti climatici?
di Ilaria Cantoni
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