
La nave dei veleni. Crotone e i rifiuti radioattivi

di Valentina Civale
La Calabria è un vero e proprio paradiso terrestre fatto di acque cristalline e spiagge dorate da far invidia ai più bei paesi tropicali. Ogni anno questa regione italiana pullula di turisti provenienti da ogni parte del mondo ma soprattutto di italiani amanti delle belle spiagge e della buona cucina che vogliono godersi la pace e la tranquillità che essa offre.
C’è un grande problema che affligge questo territorio, un problema non indifferente che ha cominciato ad emergere negli ultimi decenni: la popolazione locale lamenta un’aumento considerevole di persone che si ammalano di tumore e leucemia ogni anno. Queste malattie mortali sono presenti in tutto il mondo ma in Calabria il tasso di ammalati è aumentato inspiegabilmente da anni…perché? Perché al largo di Crotone è stato occultato il più grande cimitero sottomarino di scorie radioattive d’ogni genere, trovato proprio dai pescatori locali. Crotone infatti, non soffre solo la presenza di rifiuti sulla terraferma, ma essi emergono anche dal mare dove le mafie li hanno sepolti. Sono stati dolosamente inabissati dei veleni ed un numero incalcolabile di cassoni metallici, imbottiti di spazzatura industriale proveniente dall’Italia del Nord, e dal resto d’Europa tra cui Germania, Francia, Olanda e Svizzera. Molteplici rilevamenti fatti sul terreno confermano questa presenza di radioattività nelle spiagge calabresi e numerose testimonianze di cittadini riportano il ritrovamento di bidoni radioattivi sulle spiagge, ma non è tutto: le persone che hanno avuto dei contatti fisici con questi rifiuti, sono decedute a causa della leucemia in pochi anni e anche coloro che hanno consumato pesce pescato in quelle acque, hanno contratto il tumore allo stomaco.
È dunque emerso dalle indagini che la ‘ndrangheta sotto pagamento di trafficanti e industrie, ha affondato in mare delle navi piene di rifiuti tossici chiamate successivamente “le navi dei veleni”. Flussi impressionanti di rifiuti industriali, compresi quelli radioattivi, a causa del ruolo svolto dalle aggregazioni criminali, sono stati spediti in giro per il mondo e seppelliti in mille modi nel nostro bel paese, avvelenandolo.

Secondo diverse testimonianze, al largo delle nostre coste si sarebbero consumati naufragi pianificati a tavolino sotto la regia dei capi mafia usando il tritolo che serviva a far affondare facilmente le navi.
Secondo loro il fondale marino avrebbe custodito ogni segreto e fecero il tutto senza curarsi dei danni che avrebbero provocato non solo all’ambiente ma anche alla popolazione, non calcolando le mareggiate che avrebbero potuto trasportare i rifiuti fino alla riva o i pescatori che avrebbero potuto
trovare le scorie a largo.
In un documento ufficiale della Dia, solo nel nell’arco temporale 1995-2000 sono stati registrati ben 52 affondamenti sospetti solo nel nostro Mediterraneo o meglio, nello Ionio. I sospetti sorsero perché erano affondamenti avvenuti con condizioni meteo perfette e con il mare piatto, senza lanciare nessun may day, con rotte e carichi anomali rispetto ai documenti ufficiali e con equipaggi che appena messi in salvo facevano perdere le loro tracce.
L’altro caso molto sospetto è la morte improvvisa dell’unica persona che si stava occupando di scavare a fondo in questa faccenda ovvero Natale De Grazia che morì proprio in uno di quei viaggi di indagine per avvelenamento. Con la morte di De Grazia, le indagini si fermarono e tutti i documenti e gli elenchi delle navi affondate rimasero all’interno della procura di Reggio Calabria.
Ci sono pochi dubbi sull’esistenza di questo fenomeno delle navi che affondano inspiegabilmente in mare, ed è certo che esso venga usato come discarica per i rifiuti delle industrie. A rimetterci sono gli abitanti di Crotone e provincia (oltre a quelli di tutto il mondo dato che gli affondamenti non avvengono solo in un determinato luogo ma anche in pieno Oceano) che sono costretti a stare a stretto contatto con una realtà radioattiva che danneggia la loro salute, ma oltre a loro, l’ambiente a lungo andare risentirà di questo crimine commesso dall’uomo che per denaro non si cura di tutelarlo. Le spiagge sono diventate altamente tossiche e questo crimine contro l’umanità e l’ambiente e sta rovinando una terra ricca di potenzialità e ricca di bellezze naturali: prima tra tutte il mare
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