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AltroGiro, altra corsa

AltroGiro, altra corsa

di Giulia Cerami

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si può trasformare, riciclare, riusare…”

Parola d’ordine: Riuso, con la “r” maiuscola.


Il Centro del Riuso “AltroGiro” nasce nel Comune di Parma(via Baganza 18 e via Lazio 4), che nel novembre2015 propose un bando pubblico alle organizzazioni volontarie per istituire “un’attività di allestimento, gestione e custodia di un Centro del Riuso”. Selezionata l’Associazione EcoSolgea Onlus ad aprile2016 ha avviato questo servizio, intendendo promuovere il riutilizzo di materiali non più utilizzati dal cittadino.

Il riutilizzo di oggetti datati o non più adoperati non è soltanto una scelta responsabile, ma quasi una necessità di questo 2020. Il consumismo violento affermatosi negli ultimi decenni, sempre più, ci ha fatto perdere di vista la pericolosità dell’atteggiamento compulsivo che abbiamo nei confronti del consumo delle cose, il desiderio di novità va pericolosamente inciampando con la limitatezza delle risorse che si vanno via via esaurendo. In questo panorama, in cui l’emergenza delle risorse è da tenere in considerazione come fattore determinante che condiziona gli acquisti, entra AltroGiro che come molti centri di riuso situati sul territorio Italiano si impegna mettendo a nuovo oggetti attraverso iniziative come laboratori di restauro.

Il buon senso pratico dei nostri nonni e bisnonni che tutto aggiustavano, riutilizzavano e reinventavano finché era possibile al centro AltroGiro viene applicato con fierezza; come la nonna che faceva diventare lenzuoli troppo rovinati strofinacci o il maglioni logori li scuciva e con la lana faceva una sciarpa: ogni oggetto si può riutilizzare, ogni cosa può diventare utile per qualcuno, finché i materiali non saranno esausti si può sempre cavare fuori qualcosa da un oggetto. Un piccolo gesto da parte di ognuno può fare molto per l’ambiente, ridurre l’inquinamento delle fabbriche e creare nuovi posti di lavoro.


Il centro AltroGiro propone delle iniziative sociali che intendono portare avanti la filosofia del riuso estendendola a tutti i cittadini che decideranno di beneficiarne attraverso appositi laboratori.


Proposta di progetto “officina sociale e centro di aggregazione”

In piazzale Sicilia, nel lato sud della viabilità, è presente un parco pubblico, dotato di un portico con sette ampie arcate rivolte verso il parco, l’abbandono di questi spazi li rende scenario di situazioni degradate, infatti spesso il comune è costretto a chiedere agli operatori Iren la sanificazione di quanto abbandonato, inoltre il corpo dei carabinieri presidia le entrate delle scuole con cani antidroga per prevenire la diffusione di sostanze pericolose.

Gli spazi ampi e luminosi del portico portico potrebbero essere trasformati in una Community Hub a favore sia del cittadino che degli studenti che frequentano le scuole travia Toscana e P.le Sicilia. Come prima proposta il progetto prevede un’officina sociale, laboratorio aperto a cittadini di tutte le età con l’esigenza di riparare un oggetto, luogo allestito con apparecchiature a norma per riparazioni di varia natura, il cui personale specializzato potrà offrire anche servizi rivolti agli abitanti della città e in particolare nel quartiere di via Toscana: da un lato si presenta la necessità di aiutare in azioni quotidiane (riparazioni, creazione di oggetti, ecc.) dall’altro quella di guadagnare qualcosa in questo periodo di crisi e scarsità di risorse.

La regolamentazione degli spazi e delle attrezzature sarà gestita da personale del centro che dispone delle competenze tecniche per questo genere di attività, sul lato opposto del portico, verrebbe allestito uno spazio di condivisione, studio e relax; l’intento è quello di dare lapossibilità a chi vuole di usufruire dello spazio per iniziative formative, dove chi ha delleconoscenze può insegnarle agli altri.L’aspetto formativo è fondamentale per persone che richiedono asilo, in quanto avrebbero lapossibilità di specializzarsi in un mestiere e trovare un impiego. Grazie a questa iniziativa si ridurrebbero al minimo gli episodi di emarginazione dovuti allamancanza di risorse sia sociali che economiche, l’integrazione attraverso i laboratorisvolgerebbe anche un servizio volto alla socializzazione. I rifugiati che necessitano di spazi ditransizione verso la capacitazione e l’autonomia, una volta conclusi i progetti di accoglienzatroverebbero il loro spazio; gli studenti che bisognano di un luogo in cui è possibile siastudiare che socializzare senza essere oppressi da istituzioni e pesi identitari dati dalle famiglie
troverebbero anche loro spazio, tutto questo attraverso un modello innovativo di accompagnamento nel processo di integrazione nel mondo del lavoro. l’obiettivo del progetto è soprattutto creare un luogo dove si possa promuovere e sviluppare attività di informazione e sensibilizzazione. Lo spazio disporrebbe anche di un’area munita di connessione ad internet per consentire agli studenti di utilizzarla come aula studio sia nelle ore vuote a scuola, sia durante il pomeriggio.


L’area verrebbe presidiata giorno e notte da un dipendente che ne assicuri il giusto utilizzo e la sicurezza, inoltre per evitare gli sprechi il progetto prevede sistemi di riscaldamento integrato con il fotovoltaico e i servizi igienici saranno fruibili in entrambe le strutture. Creare supporto, coesione e informazione nel quartiere e territorio di Parma è importante per lo sviluppo di reti di collaborazione, per agevolare l’incremento della cittadinanza attiva, la prevenzione del degrado e dell’emarginazione. Artigiani di diversi settori in pensione sarebbero disposti a condividere le loro esperienze grazie ai progetti legati all’inserimento e alla promozione dei vecchi mestieri, ormai in via di estinzione; il luogo in questione gestito dall’associazione potrebbe aiutare anche chi è in pensione a riscoprire la passione per un antico mestiere, trovando la gioia nell’insegnare agli altri valori che ormai sembrano essere stati dimenticati.

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