
Cavagrande del Cassibile: una delle riserve naturali più affascinanti della Sicilia

Un paradiso naturale messo in ginocchio
di Martina Vittoria Oddo
Siamo nella zona sud dell’isola, in un luogo dove la natura affascina e attira lo sguardo dell’uomo, che si sente accolto da un piccolo eden. I “laghetti di Avola”, come li chiamano gli abitanti del luogo, sono un vero e proprio paradiso per gli appassionati di trekking ed escursioni: si tratta di una riserva molto vasta che si estende su 2.760 ettari circa e comprende 10 chilometri del fiume Cassibile, con un tratto mozzafiato tra rocce che formano un canyon che, nei punti più profondi, raggiungono quasi i 250 metri. L’ingresso alla riserva è consentito da sentieri, il Santa Cruci e il Carrubella, che partendo dal belvedere di Avola antica conducono al fondo della cava. Oggi i “laghetti di Avola”, la cui bellezza attrae migliaia di turisti, sono diventati inaccessibili a causa delle frane e dell’incendio che, nel giugno 2014, distrusse i sentieri. Non si tratta di rimettere a posto una strada dopo una frana, ma di chilometri di costoni rocciosi che necessitano di interventi non invasivi e senza impatto ambientale.
È quindi severamente vietato poter scendere fino alla cava, infatti chiunque trasgredisca è punito con sanzioni amministrative; tuttavia è in programma l’idea di arrivare, il prima possibile, alla realizzazione dei lavori per la mitigazione del rischio, per godere come un tempo della bellezza del posto ormai mortificato e messo in ginocchio.
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