
Orti cittadini e “panchine parlanti”: progetti green a Reggio Emilia

di Eleonora Vologni
A ovest di Reggio Emilia, tra i quartieri Orologio, Pieve Modolena e Roncina, si trova il parco Nilde Iotti, un’area verde pubblica di oltre sedici ettari inaugurata nel 2009 e dedicata ad una politica reggiana illustre, membro dell’assemblea Costituente e per tredici anni presidente della Camera dei Deputati (prima donna nella storia dell’Italia repubblicana a ricoprire questo incarico).
Questa zona della città doveva far parte del complesso edilizio parco Ottavi, realizzato solo in parte a causa della crisi economica e del fallimento delle imprese coinvolte nel progetto.
Dopo anni di abbandono, infatti, l’erba alta impediva non solo di passeggiare nel parco ma anche di sedersi sulle panchine.
Ad occuparsi della manutenzione del luogo sono stati dei volontari, aiutati anche dalla collaborazione instauratasi tra il Comune di Reggio Emilia e il Centro sociale Orologio. Quest’ultimo infatti, impegnandosi fin dall’inizio per reperire i finanziamenti necessari all’allestimento dell’area, ha ottenuto un importante contributo economico dalla Fondazione Manodori.
Il primo intervento di recupero è stato caratterizzato dalla riqualificazione di una superficie del parco di 2800 metri quadrati tramite la realizzazione di 48 lotti di terreno, destinati poi ad essere coltivati da altrettanti cittadini. Si tratta di una zona dotata di percorsi, deposito attrezzi, approvvigionamento idrico da pozzo e allacciamento elettrico. A seguito del bando pubblico, gli orti sono stati assegnati ai cittadini che ne hanno fatto richiesta; alcuni orti sono riservati alla terza età, altri invece sono stati destinati a gruppi di ragazzi.
Nascono quindi gli orti dell’Orologio, inaugurati il 24 settembre 2016 dal sindaco Luca Vecchi, l’assessore all’Agenda digitale, alla Partecipazione e alla Cura dei quartieri Valeria Montanari, Gianni Borghi presidente della Fondazione Manodori, Laura Montanari dirigente del servizio Ambiente del Comune, Villiam Orlandini presidente del Centro sociale Orologio e Maurizio Corradini, presidente dell’associazione teatrale MaMiMò (con sede nel quartiere) che ha realizzato alcune animazioni in occasione dell’evento.
“Comprendiamo facilmente il valore di questo orto se sappiamo che, come le altre decine della rete diffusa e capillare degli orti urbani di Reggio Emilia, esso trova origine nella cittadinanza attiva, nel protagonismo civico, in uno spirito partecipativo ampio e presente in generazioni diverse” – ha detto il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. “Questi non sono più gli orti pubblici dei soli pensionati che qui passano il tempo: gli assegnatari sono anche famiglie, ragazzi, giovani adulti, che possono trarre da questi luoghi anche sostentamento, possono far scoprire ai loro bambini la bellezza dell’ambiente, la nascita e crescita dei prodotti della terra, tramandando una sensibilità ecologica, che nel quotidiano crea le basi del nostro futuro ”.
A distanza di pochi mesi dalla nascita degli orti, grazie al bando per l’erogazione dei contributi regionali agli enti locali a sostegno dei processi di partecipazione (Legge regionale n.3 del 2010), sono stati assegnati al programma presentato dal comune di Reggio Emilia intitolato “Beni comuni e cittadinanza attiva: dal quartiere alla città . Laboratorio urbano parco Nilde Iotti” quattordicimila euro, a cui il Comune ha aggiunto in seguito seimila euro di risorse proprie per un totale di ventimila euro.
Il progetto è stato selezionato dalla Regione Emilia-Romagna come una tra le migliori iniziative di rigenerazione urbana tra le 75 presentate nell’ambito del bando regionale.
Con questo cofinanziamento si è potuto dare nuova vita al parco Nilde Iotti, attraverso un percorso di progettazione partecipata con l’intento di restituire il parco alla città e ridefinire insieme agli abitanti dei quartieri limitrofi, così come a tutti i cittadini interessati, le potenzialità di sviluppo di questo spazio verde.
L’orto dell’Orologio è l’ultimo in ordine di assegnazione dei 17 orti presenti sul territorio comunale e la sua nascita conferma il grande interesse nato negli ultimi anni nei confronti dell’orticoltura in città. A un anno dall’approvazione del nuovo Regolamento degli Orti urbani, creato per rinnovare e sviluppare gli orti cittadini, sono stati infatti 360 i lotti assegnati a Reggio Emilia.
L’interesse per questo settore è tale che, accanto agli orti urbani comunali, è nata una rete di orti realizzati da cittadini e associazioni che, attualmente, si compone di undici realtà distribuite sul territorio, con un forte radicamento nella popolazione. Complessivamente gli orti comunali e quelli promossi dalle associazioni sono diciassette e costituiscono nel loro insieme una rete sociale, culturale e alimentare di tutto rilievo sul territorio.
I cinque comunali sono: Orti di Baragalla, Orti del Canale di Secchia, Orti Montenero, Orti Spallanzani e Orti Orologio.
Quelli promossi da associazioni ed enti sono Fattoria di animazione ambientale del Mauriziano, Orto di Abreer, Giardino officinale di Gabrina e orto Brancaleone, Ortofrutteto della Reggia di Rivalta, progetto di agricoltura sociale “La buona terra”, Ortoparco Santa Maria, Sparc (giardino pensile ex Gasometro), L’Ort (orto ricreativo Tunnel), Orto dei cassoni, Azienda agraria dell’Istituto Zanelli, Ortomisù (Orto sinergico del borgo e giardino d’inverno).
“La nostra esperienza sugli orti urbani – ha spiegato l’assessore Valeria Montanari – è anche informazione ed educazione all’alimentazione, alla salubrità degli alimenti, è partecipazione inclusiva, creatività e, perché no, impresa sociale là dove vi siano associazioni in grado di generare un piccolo profit che possa essere reinvestito in beni comuni della città”.
Gli orti urbani costituiscono infatti esperienze di agricoltura urbana che portano, oltre a un sostentamento per nuove fasce di popolazione che desiderano coltivare e alimentarsi in modo sostenibile, anche vantaggi ecologici e ambientali contrastando lo spreco energetico del territorio e migliorando l’efficienza degli spazi urbani comuni.
Le panchine parlanti
Dopo gli orti cittadini, un altro progetto che di recente ha coinvolto il Parco Nilde Iotti è stato il “QUA – Quartiere Bene Comune” che questa volta, tramite la collaborazione di studenti delle scuole medie, ha dato vita ad un percorso didattico green e completamente digitale all’interno dell’area.
Infatti, il 31 maggio 2019, sono state inaugurate le panchine parlanti e le nuove bacheche del parco, insieme alle classi prime e seconde della scuola media “Antonio Fontanesi” dell’Istituto Comprensivo Kennedy di Reggio Emilia, con il supporto delle associazioni e istituzioni coinvolte nell’ambito del Laboratorio Urbano del Parco Nilde Iotti.
Gli studenti hanno realizzato: il logo ufficiale del parco (una foglia di mandorlo che ricorda la forma della superficie della sua superficie), i contenuti didattici contenuti nei QR code delle panchine parlanti e quelli presenti sulle bacheche poste lungo tutto il percorso.
Il progetto, sviluppato nell’anno scolastico 2017/2018, è stato suddiviso in tre fasi:
- Esplorazione e conoscenza del parco da parte degli studenti (individuazione dei punti di maggior interesse e osservazione della flora e fauna circostanti);
- Organizzazione di laboratori multimediali in classe;
- Creazione delle panchine parlanti e delle bacheche nel parco.
Le panchine dotate di QR code sono otto e sono così denominate: la fontana, il laghetto Nord, Nilde Iotti, il laghetto Sud, il viale alberato, la siepe di biancospino, il cagnetto, gli orti.
All’interno di ogni video creato per ciascuna panchina, gli studenti realizzano una vera e propria guida del parco per lo spettatore, fornendo importanti indicazioni sulla zona in cui si trovano, come raggiungerla e da che cosa è caratterizzata sia a livello ambientale che faunistico.
Il verde totale del parco copre 300.000 mq, di cui 162.000 di verde pubblico, rappresentando oggi un importante polmone verde della città ed uno dei parchi urbani più grandi.
Tutto ciò è stato reso possibile dai progetti attuati negli ultimi cinque anni dal Comune di Reggio Emilia, che ha permesso non solo di riqualificare dal punto di vista ambientale una zona ormai abbandonata ma anche di invitare persone provenienti da altri quartieri della città per usufruire del parco e di tutte le attività che si possono svolgere al suo interno.
Sitografia
https://www.comune.re.it/ortiurbani
https://www.comune.re.it/retecivica/urp/pes.nsf/web/PnchnPrlnt?opendocument
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