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Costumi da bagno. Modelli che non inquinano

Costumi da bagno. Modelli che non inquinano

di Maria Flaminia Zacchilli

 

Godersi un bel bagno al mare, e contemporaneamente fare un favore all’ambiente? Nel 2021 si può: esistono infatti decine di brand d’abbigliamento per il mare che mettono a disposizione dei clienti un divertimento etico e solidale. Per godersi la spiaggia e la piscina e poterne godere anche in futuro, il più a lungo possibile.

 

Linquinamento estivo: un problema sottovalutato

Non è un segreto che l’estate rappresenta il periodo peggiore dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. Una statistica del WWF indica che i turisti in vacanza nel mediterraneo causano un aumento del 40% dei rifiuti, dei quali il 95% è costituito da materiale in plastica. L’Europa – sempre nella statistica del WWF – rappresenta la seconda fonte mondiale per emissioni di rifiuti plastici dopo la Cina, di cui un elemento portante sono le cosiddette microplastiche. Rifiuti plastici a volte più piccoli del millimetro quadrato, difficili da reperire come da raccogliere, che tendono ad essere ingeriti dalla fauna marina o contaminare la sabbia delle spiagge. E una porzione di rifiuti in microplastica – la cosiddetta microfibra, materiale plastico di piccole dimensioni presente in quello che chiedeva trattenendo il respiro: per una caramella in più trasformato di filamenti fibrosi – proviene proprio dai costumi da bagno, che perdono minuscoli ma terribili pezzi della loro struttura fisica dentro e fuori dall’acqua. Ma per chi si sentisse in dubbio sulla sua libertà di godersi un bel bagno senza fare del male a pesci innocenti ci sono un sacco di marche che realizzano costumi da bagno eco-friendly, di varie tipologie e livelli di accessibilità.

Due delle più rappresentative del genere sono Soseaty e Ogyre. Il nome della prima è una crasi tra “Society”, società, “sos” e “sea”, mare, e nel loro sito internet proclamano che “la sostenibilità non è mai stata così attraente”. Mettono in mostra colori forti, immagini calde di tramonti californiani. Nel loro sito proclamano che “una delle sensazioni più belle della vita è lasciare affondare i piedi scalzi in una soffice sabbia calda”: quella stessa sabbia che si impegnano di preservare e proteggere dall’inquinamento utilizzando materiale biodegradabile o riciclato. L’organizzazione organizza inoltre frequenti sessioni di pulizia delle spiagge in luoghi come Marina di Porto Caleri. Utilizzano inoltre un modello commerciale di loro creazione denominato Re3, in cui è possibile ricevere un capo nuovo in cambio di uno vecchio con uno sconto del 20%.

Il motto di Ogyre è invece “dal mare, per il mare” – il suo nome deriva da Ocean Gyres, le correnti marine che sovente causano la distribuzione e sparpagliamento della plastica. L’isola più grande, tre volte delle dimensioni della Francia, galleggia al momento nelle acque del mediterraneo. E i gestori di Ogyre devono saperlo, poiché sul loro sito sono anche presenti delle attive monitorizzazioni delle condizioni ambientali nell’oceano, momento per momento. Mostrano le tonnellate di plastica presenti nell’oceano, la quantità di bottiglie rilasciate nell’ambiente, e molti altri dettagli che ricordano ai potenziali clienti l’urgenza della questione ambientale. Ogni costume della Ogyre è fatto con sei bottiglie di plastica, poliestere riciclato e riutilizzabile al 100%.

 

Dalla maglia alla montagna, abbigliamento per tutti

Una linea d’abbigliamento particolare è la Manè Knit Designs, che come indica il nome si specializza in costumi realizzati col lavoro a maglia. L’utilizzo di tale tecnica dà ai loro costumi una caratteristica comoda e stravagante, con intrecci particolari e motivi complessi, e si specializza anche in capi d’abbigliamento al di fuori dei costumi da bagno. Vendono cappelli di lana sferruzzati, maglioncini, sciarpe, e qualunque altro capo d’abbigliamento sia realizzato con il lavori a maglia. Sviluppato nel 2015, a partire dall’avvicinamento della stilista Lisa Rossetti al mondo della maglieria, si propone di portare avanti una marca d’abbigliamento artigianale mantenendo tuttavia principi di lavoro etici e rispettosi dei lavoratori e dell’ambiente. Tutte le fibre utilizzate nel lavoro provengono da aziende etiche e solidali, se non direttamente dall’acquirente: il sito mette in vendita anche kit e manuali di base per imparare la maglieria, permettendo alle clienti di realizzare da sole i propri maglioni.

Dalla Giamaica arriva la marca Knots & Vibes, che sfoggia una grafica accesa e colorata e un motto indimenticabile: Women Supporting Women. In maniera simile alla Manè, questa linea d’abbigliamento si specializza in intrecci di lana, con gli stessi colori accesi della loro grafica e dei loro disegni, ancora una volta realizzati artigianalmente all’uncinetto. Uno degli elementi più pubblicizzati nel loro sito sono lunghi abiti di lana semitrasparente – si pensi all’iconico outfit di Rihanna nel video musicale di Work – e altri capi mesh da portarsi sopra l’abbigliamento da mare. Ma anche accessori speciali: cover del telefono e quaderni che sulle copertine celebrano le “regine del dancehall”, un genere musicale caratteristico della Giamaica. E nel nome del loro motto, le ragazze di Knots & Vibes si impegnano per sostenere le loro sorelle normale. Ogni ordine da parte di tale linea corrisponde a una donazione presso un’associazione no-profit destinata alle donne: con un sistema made to order dal produttore al consumatore.

Infine una linea che certamente conosceranno già in molti, Patagonia. Dal punto di vista della qualità offrono letteralmente di tutto: per il mare e per la montagna, per il lago o la neve, per il relax da vacanza o l’attività fisica estrema. Dagli zaini agli argani, dai berretti alle camicie. In termini di costumi da bagno mettono a disposizione abbigliamento più professionale che vacanziero, per tutti i generi, e dal punto di vista ambientalista sono sempre stati pionieri, sin dagli anni novanta. Utilizzano cotone biologico, poliestere riciclato, e persino nell’abbigliamento invernale si premurano di realizzare capi pesanti con piume d’origine etica e solidale. Patagonia ha inoltre realizzato una partnership con Fair Trade Certified™, un’etichetta che si impegna per tutelare i diritti dei lavoratori tramite salari dignitosi e ritmi lavorativi rispettosi della dignità personale. Sono gli operai stessi a stabilire il compenso che riceveranno da parte dell’azienda, e le compagnie devono assicurarsi che le loro condizioni di lavoro siano sicure e rispettose non solo dell’ambiente, ma delle loro saluti fisiche. Sono presenti centri per l’infanzia, programmi sanitari, e vengono messe a disposizione di chi non he ha risorse culinarie, medicinali e materiali.

 

 

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