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Amore tossico d’una tartaruga e una lattina

Amore tossico d’una tartaruga e una lattina

di Simona Ambruosi

Cosa succede quando una tartaruga incontra un reggilattine? Tra immagini e parole, il cantautore Lorenzo Baglioni e il geologo Mario Tozzi ce l’hanno spiegato. Ecco come una canzone può sensibilizzare grandi e bambini sul tema della plastica in mare: «Questa è un’occasione per parlare al pubblico dell’argomento», ci ha detto il cantante.

«La tartaruga nuotava, come tutte le mattine, quando in mezzo al corallo vide un reggilattine»: è così che inizia l’esperienza della testuggine descritta dalla coppia Baglioni-Tozzi. Una coalizione dallo scopo nobile, tra il cantante grossetano classe 1986, famoso per canzoni didattiche e il divulgatore scientifico e istituzione italiana della geologia. La canzone cala l’ascoltatore tra le onde del mare e lo fa assistere silenzioso al destino già scritto che aspetta un abitante marino a contatto con oggetti plastici. Una visione sempre vivida nel nostro immaginario, ma mai così vicina.

«Il punto di partenza è stata proprio la descrizione di questo amore tossico tra la tartaruga e il reggilattine – racconta Lorenzo Baglioni, durante un’intervista esclusiva per Wateronline – E’ una sorta di favola di Esopo moderna, in cui i due personaggi si innamorano. E’ un amore, però, che non ha un lieto fine». La canzone infatti dice «Il reggilattine era bello e scintillante come un quadro di Mirò, chiuse gli occhi e se ne innamorò». Come normalmente i personaggi di una storia si innamorano perdutamente l’uno dell’altro, sottovalutando, forse, alcuni difetti, così è stato anche per loro: «Gli abitanti degli oceani, spesso, vedono nella plastica qualcosa di estremamente bello, perché riflette la luce del sole. Sono molto incuriositi da questi oggetti, tant’é che ci possono rimanere incastrati o spesso ingerirli».

«Abbracciami, abbracciami, abbracciami per sempre», dice, infatti il ritornello. Ed è quel legame fatale tra la tartaruga e il pezzo di plastica che minaccia e provoca la fine più letale per la maggior parte della fauna marina. I due protagonisti, però, sembrano ignari di questo aspetto. «Si calcola che un reggilattine gettato in mare – interviene Mario Tozzi nella canzone – possa impiegare fino a 400 anni prima di scomparire. Niente dura per sempre, o quasi». La narrazione continua, e il senso di colpa e di responsabilità negli ascoltatori cresce sempre di più.

Nel videoclip del singolo, una bambina gioca con un peluche a forma di tartaruga e mostra come il pezzo di plastica possa intrappolarla. Ecco che chiede aiuto al papà, per liberarla: «E’ importante il legame tra generazioni – afferma Lorenzo Baglioni – Noi, più adulti, dobbiamo avere questo approccio con chi sta crescendo e purtroppo dovrà rimediare agli errori che abbiamo commesso». Il ruolo del cantante, quando tratta di temi come questi, è di forte responsabilità: «Io non mi sento un punto di riferimento sull’argomento – ammette – Anche io mi sono dovuto documentare e mi sono sempre più sensibilizzato. Io vedo questa canzone come un’opportunità di parlare al pubblico di questo argomento».

E’ viva in tutti noi la speranza che gli abitanti del mare non incontrino più reggilattine, sacchetti o bottiglie di plastica e che la realtà, prima o poi, possa avvicinarsi all’ultima strofa della canzone: «La tartaruga nuotava come tutte le mattine, fine».

Ascolta l’intervista in formato audio:

 

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