
L’antico acquedotto. Parma lo riscopre

di Annalisa Mavillonio
“Un tuffo nella storia attraverso un elemento ambientale prioritario che è l’acqua. Vogliamo recuperare l’acquedotto farnesiano per riscoprire un aspetto della nostra identità” afferma l’assessora alle Politiche Ambientali del Comune di Parma Tiziana Benassi
L’obiettivo è riaprire al pubblico i percorsi dell’acquedotto farnesiano: si chiama Parma Territorio d’Acque il progetto per ripristinare e riqualificare i sotterranei di piazza Garibaldi. Ideato da ArcheoVea, impresa culturale, con il coinvolgimento dell’Azienda agraria sperimentale Stuard e di Ireti/Iren, sotto il coordinamento del Comune di Parma.
L’iniziativa punta a rendere sicuri e fruibili gli spazi che si trovano al di sotto del palazzo municipale, di origine medievale, collegati, poi, all’antico acquedotto Farnesiano che corre da piazza Garibaldi verso via Farini. Gli spazi, accessibili dallo Iat, una volta ristrutturati, saranno così utilizzabili in sicurezza da parte del personale addetto alla manutenzione dell’acquedotto. La prospettiva più ambiziosa, però, per il futuro, è quella di aprirli alla cittadinanza prevedendo visite turistiche ad hoc.
Il percorso sotterraneo, da rendere fruibile al pubblico, corre dal municipio, percorre un tratto di piazza Garibaldi, per proseguire, poi, lungo via Farini, per una lunghezza di circa 200 metri, verso lo stradone e la Cittadella.
Il progetto Parma Territorio d’Acque coinvolge 13 Comuni della Provincia (oltre a Parma) con l’obiettivo di creare un’infrastruttura turistica, culturale e didattica completa.
La prima parte del progetto, iniziata in questi giorni, prevede il recupero strutturale finanziato da Iren dato che l’acquedotto è ancora in parte utilizzato. Il tempo dei lavori per completare tutti gli stralci 12 mesi circa. La sfida successiva, come detto, sarà quella di aprire al pubblico i primi 200 metri del percorso sotterraneo che va da piazza Garibaldi a via Farini all’altezza della Feltrinelli.
Il progetto ideato da Archeovea Impresa Culturale ha preso vita in un tavolo di lavoro incentrato sulle proposte di Fondazione Bizzozero e Azienda agraria Sperimentale Stuard in occasione delle prime fasi di progettazione delle iniziative di Parma capitale italiana della Cultura.
“La riscoperta dei sotterranei medioevali di Piazza Garibaldi e dell’acquedotto farnesiano – commenta il consigliere incaricato alle Politiche agricole Sebastiano Pizzigalli – è un passo importante per la valorizzazione del nostro patrimonio storico culturale e sostanzierà un’inedita tappa turistica di notevole valore. L’acqua vista come fattore di sviluppo di ogni civiltà a partire dall’utilizzo potabile, irriguo e religioso. Ricostruire questa storia significherà offrire un percorso attraverso il progresso della nostra civiltà, sia dal punto di vista materiale partendo dallo sviluppo dell’agricoltura, sia dal punto di vista culturale e spirituale”.
Il ripristino e la riqualificazione degli ambienti ipogei del Comune di Parma prevede il recupero dei suggestivi spazi sotterranei d’impianto medievale sotto il palazzo comunale, con la ristrutturazione dell’antica pavimentazione, il rifacimento dell’impianto di illuminazione, la pulizia ed il riassetto del cunicolo che immette all’interno della Galleria della Fontane, che va da piazza Garibaldi a via Farini e l’accessibilità, in piena sicurezza, alla Galleria stessa.
“Il perserverare nell’ambiente dell’elemento acqua, dargli valore culturale, turistico, storico all’interno dei suoi antichi tracciati cittadini vuol dire offrire una pagina di Parma che non era ancora stata scritta, ma anche concretizzare un’azione culturale che sia in grado di evidenziare come gli elementi fondamentali dell’ambiente sono comuni a tutti e meritino il rispetto dovuto alle cose indispensabili”, ha sottolineato l’Assessora alle Politiche Ambientali del Comune di Parma Tiziana Benassi.
Il progetto nei dettagli:
Il progetto punta alla valorizzazione dei luoghi connessi alla rete degli interventi previsti e si fonda su studi storici, filologici e contributi digitali fino ad oggi mai interpretati.
“Parma Territorio delle Acque” tocca percorsi turistico-culturali e didattici, fortemente improntati sulle tematiche di sostenibilità, ambientale secondo diversi filoni: “Acqua e culti”, “Acqua, prodotti tipici e innovazione”, “Acqua, gallerie, acquedotti, chiuse e canali medievali”, “Acqua e aree naturalistiche” e si caratterizza per un elevato livello di inclusione, dal momento che coinvolge ogni fascia d’età: dalle scuole al turismo esperienziale, ma anche le organizzazioni e associazioni del territorio.
Gli spazi sotterranei presenti al di sotto di piazza Garibaldi, e accessibili attraverso lo IAT, rappresentano un’eccezionale finestra sulla storia della nostra città.
Il luogo rappresenterà l’hub principale di prima informazione riguardante i percorsi sul territorio e le modalità di visita dei luoghi in rete, che saranno presentati all’interno di un suggestivo allestimento valorizzato da videoproiezione.
I 4 ambienti, particolarmente suggestivi, comunicano fin dal primo momento della discesa, la sensazione dell’ingresso in un altro mondo, così vicino al clamore della città contemporanea e allo stesso tempo così proiettato lontano nel tempo.
Scorgendo i passaggi che collegano, ad anello, le stanze e lo stretto corridoio che le mette in comunicazione con la Galleria delle Fontane, è possibile vivere un’esperienza che conduce alla scoperta di una delle più grandi opere che hanno contraddistinto il fervore culturale di una Parma da poco divenuta capitale del Ducato Farnesiano.
L’impianto medievale di queste stanze, subisce, infatti, una significativa modificazione a partire dalla fine del XVI secolo. È in questo momento, per volontà del duca Ottavio Farnese, che Parma si dota di un’infrastruttura scomparsa in città con l’abbandono delle opere romane nel periodo tardoantico: l’acquedotto. I tubi in ceramica, visibili in loco per circa 1 metro, portavano l’acqua necessaria per alimentare la prima fonte pubblica di Parma, posta nello stesso luogo dove ancora oggi sorge la fontana più amata dai parmigiani detta dei Du Brasé. Scendendo sotto terra si ha la sensazione di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo che lambisce luoghi tanto significativi da essere entrati nell’immaginario tradizionale della città.
Diversi parmigiani hanno sentito raccontare della galleria che, correndo sotto via Farini, collegava il palazzo della Pilotta con la Cittadella, permettendo il passaggio di truppe, carrozze, cavalli e fuggiaschi.
Dietro questa leggenda si cela l’intervento, Ottocentesco, che ripristina l’ormai obsoleto acquedotto farnesiano costruendo una galleria ispezionabile con mensoline per la sospensione dei tubi. Grazie al passaggio che si apre nell’ultima stanza sulla sinistra è possibile ammirare, in condizioni di sicurezza, un lungo tratto della galleria che, con la sua struttura a volta e le mensole accuratamente rifinite, si perde nel buio del sottosuolo. Questo luogo, grazie alla suggestione e all’emozione che comunica e alla posizione centrale e strategica, ha le caratteristiche per diventare, nell’ambito del progetto “Parma territorio d’acque”, il teatro del racconto non solo di quelle vicende storiche nascoste ai più ma soprattutto di una particolarità che caratterizza Parma e il suo territorio rispetto alle altre città emiliane: la peculiare ricchezza idrica rimasta costante nel corso del tempo. E che da tempo ha un luogo eletto, perchè visibile e vistabile, nelle Gallerie Filtranti di Marano (https://www.comune.parma.it/ambiente/news/Sezione_Notizie/CULTURA/2018-09-07/Argento-Vivo-alle-Gallerie-Filtranti-di-Marano.aspx)
Infine, l’occasione del traguardo di Parma, permette di sperimentare e programmare i percorsi di visita previsti dal progetto che mettono in rete i luoghi più significativi, in città e nel territorio, nei quali scoprire il tema sia nelle sue evoluzioni storiche sia nella sua importanza attuale aumentando così la consapevolezza dell’importanza quotidiana della risorsa idrica e delle politiche ad essa collegate.
“L’acqua che correva sotto Parma – ricorda – è la stessa che la città utilizza oggi. E sarà la stessa delle prossime generazioni. Il suo utilizzo, la sua qualità sono strettamente legati al benessere della nostra comunità, questo progetto ce lo ricorderà con un affascinante viaggio sotterraneo” con l’obiettivo di creare un’infrastruttura turistica, culturale e didattica dedicata al tema dell’acqua, intesa come risorsa, e che ne metta in evidenza l’importanza. L’acqua come bene, quindi, non va sprecata ed il suo uso ottimizzato, anche in relazione alle produzioni agroalimentari ad essa connesse.
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