
In marcia sulla Via Francisca del Lucomagno

di Valentina Civale
Un gruppo di pellegrini provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, partendo da Lavena Ponte Tresa (VA), passeranno attraverso due fiumi, quattro laghi, altrettanti canali e un’infinità di torrenti che caratterizzano i 135km del cammino dalla Svizzera a Pavia: La Via Francisca del Lucomagno sulla tomba di Sant’Agostino nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro.
L’esperienza, dedicata all’acqua, vedrà protagonisti questo gruppo di pellegrini che, partiti domenica 4 luglio dalle rive del lago Ceresio, arriveranno al Ticino, al ponte coperto di Pavia, domenica 11 luglio; attraverseranno le otto tappe del cammino, dove l’acqua è sempre protagonista e testimone della storia e dello sviluppo di un territorio.
Acqua: un elemento che ha alimentato l’insediamento di popoli antichissimi e nel tempo ha dato impulso allo sviluppo industriale, ma che è stata spesso maltrattata e adesso sta tornando a essere pulita grazie agli sforzi di Alfa, la società che gestisce il Servizio idrico integrato in provincia di Varese.
Ma parliamo in modo più specifico del percorso.
La Via Francisca si apre sullo specchio d’acqua che si insinua tra Italia e Svizzera e che assume il nome di Ceresio o Lugano a seconda del lato da cui lo si guarda. Prosegue a Cadegliano Viconago nel parco dell’Argentera, dove il torrente Dovrana ha dato vita a un sistema di mulini che secoli fa permetteva di produrre la farina di castagne.
Oggi questi mulini sono affrescati all’esterno e rappresentano un elemento di grande suggestione. Passa dai piccoli laghi di Ghirla (balneabile) e di Ganna con la sua torbiera. Quindi costeggia le sorgenti del fiume Olona per approdare a Varese dove l’omonimo lago ospita il più antico sito palafitticolo dell’arco alpino. Si immerge nella Valle Olona, dove la presenza di molte industrie per anni ha inquinato il fiume, passando dall’approdo dei Calimali, un luogo incantato gestito dall’omonima associazione che sorge tra l’Olona e gli stagni didattici.
Ancora acqua, passando sopra il canale Villoresi, opera idraulica che collega il Ticino all’Adda e che fu costruito più di 130 anni fa per portare acqua ai campi della provincia milanese. L’ultimo tratto della Via Francisca del Lucomagno si snoda dapprima lungo il Naviglio Grande, opera che porta acqua alla Darsena di Milano e rappresenta il canale più importante del sistema navigli reso navigabile da Leonardo da Vinci; quindi passa lungo il Canale Ticinetto, costruito nel XII secolo con scopi difensivi, e il Naviglio di Bereguardo.
Sono opere che consentirono non solo di alimentare una fitta rete di irrigazione, ma anche di collegare commercialmente Milano con il Po. L’ultimo passaggio è il Ticino, il secondo fiume italiano per portata d’acqua, che viene costeggiato nell’ottava tappa fino al ponte coperto di Pavia.
La Via può essere percorsa tutto l’anno, a piedi o in bicicletta, grazie al fatto che il passo del Lucomagno in Svizzera, con i suoi 1915 mt di altezza è il più basso dell’area alpina e difficilmente presenta condizioni avverse ai camminatori.
Alla meta, a Pavia, la Francisca prosegue verso Roma con la Via Francigena.
Lungo il tragitto è possibile visitare beni Unesco, parchi naturali, beni artistici e storici.
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