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Emilia-Romagna decarbonizzata. Ma quando ?

Emilia-Romagna decarbonizzata.  Ma quando ?

di Annalisa Mavillonio

Snam ed Hera hanno annunciato la firma di una lettera di intenti per una collaborazione tecnologica finalizzata allo sviluppo dell’idrogeno, ciascuna per i propri ambiti di attività.

L’obiettivo è la sperimentazione e successiva realizzazione di una serie di soluzioni in grado di dare risposta alle esigenze di decarbonizzazione del territorio emiliano-romagnolo in maniera trasversale, dalle realtà produttive fino alla mobilità e ai singoli cittadini.

L’accordo prevede diversi ambiti di azione, a partire dalla collaborazione sulla tecnologia del power-to-gas. In particolare, presso il depuratore della multiutility di Bologna Corticella è in fase avanzata di progettazione un innovativo impianto che consentirà di trasformare l’eccesso di energia elettrica rinnovabile in idrogeno verde da immettere nelle reti sfruttando l’acqua depurata e ritornando nel processo di depurazione delle acque ossigeno, biogas e fanghi.

“L’accordo con Hera si inserisce tra le collaborazioni che stiamo avviando con aziende energetiche e industriali per sviluppare le tecnologie legate all’idrogeno e realizzare progetti sulle diverse aree del territorio italiano, in particolare sull’Emilia-Romagna”, -afferma Marco Alverà,- amministratore delegato di Snam. “Con questa alleanza vogliamo dare un contributo concreto allo sviluppo dell’opzione idrogeno per perseguire la carbon neutrality dei territori, coerentemente con l’impegno per uno sviluppo sostenibile che da sempre guida le nostre azioni”.

“Con il Patto per il Lavoro e per il Clima che abbiamo sottoscritto insieme a tutte le parti sociali vogliamo fare dell’Emilia-Romagna la regione della sostenibilità ambientale, economica e sociale- afferma il presidente Stefano Bonaccini – condividendo politiche che ci permettano di affrontare le sfide in campo ambientale investendo su innovazione, ricerca e conoscenza. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo definito un Piano energetico regionale, norme e programmi per la costruzione di un sistema territoriale che utilizzi energie rinnovabili, e vogliamo accelerare verso la transizione ecologica ponendoci come obiettivo di raggiungere la decarbonizzazione prima del 2050. L’accordo va esattamente in questa direzione”.

Promuovere la transizione energetica su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna puntando su idrogeno, biometano, mobilità sostenibile ed efficienza energetica: è l’obiettivo di un protocollo d’intesa sottoscritto dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e da Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo e una delle maggiori aziende quotate italiane per capitalizzazione.

 

”Un altro obiettivo è la collaborazione nel settore del biometano da biomasse agricole o da rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, con possibile utilizzo per autotrazione. – afferma il presidente Bonaccini. La sostenibilità è un paradigma per pensare al futuro”.

L’accordo, siglato lo scorso 21 maggio, prevede che Regione e Snam cooperino per assumere iniziative coordinate ed efficaci (anche in collaborazione con Art-Er, società in house della Regione) e identifica quali ambiti di sviluppo l’idrogeno, il biometano, la mobilità sostenibile e l’efficienza energetica.

Per quanto riguarda l’idrogeno, il protocollo prevede di valutare azioni per divulgare l’utilizzo dell’idrogeno pulito nelle industrie e nel settore della mobilità, prevedendo in questo modo la graduale decarbonizzazione dei distretti industriali e civili, per presentare l’Emilia-Romagna tra le “Hydrogen Valley” italiane.

 

Nell’ambito della mobilità sostenibile, insieme alle aziende del trasporto pubblico locale, saranno valutate azioni per annientare le emissioni inquinanti promuovendo l’impiego di carburanti ecologici (quali gas naturale, biometano e in prospettiva idrogeno) e la transizione energetica delle flotte indirizzate a servizi di pubblica utilità e al trasporto di persone e merci.

Il protocollo guarda all’efficienza energetica, predisponendo la valutazione insieme agli enti locali di misure per la riqualificazione energetica degli immobili pubblici quali ospedali, Rsa, uffici pubblici, case popolari, scuole e università.

Per ciascuna area progettuale verranno attuate analisi di fattibilità e la possibilità di realizzare progetti pilota da condividere con gli attori del sistema della ricerca e dell’innovazione regionale, a partire dalle università.

Sul tema Idrogeno, al via il forum del Sole 24 Ore per fare il punto, insieme ai protagonisti del mercato, sull’impatto dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili sulla transizione green e sullo sviluppo del Paese. Sono intervenute diverse personalità, il ministro Cingolani dichiarando al Forum del Sole24: “transizione è grande sfida per tutti”.

Il ministro, in conversazione con il direttore Tamburini ha dichiarato: «L’obiettivo di riduzione delle emissioni è un target che va condiviso anche con le altre nazioni. L’Europa è il soggetto che sta facendo di più, ma bisogna trovare un equilibrio tra le diverse istanze. Non è un obiettivo che può essere raggiunto solo su carta, ma va adeguato anno dopo anno a seconda della situazione. «E’ la prospettiva del futuro».

Intervenuto nel dibattito il CEO Eni Descalzi sul punto ha affermato che: “avere nuovi vettori energetici sta diventando una necessità. Siamo già i primi produttori e utilizzatori di idrogeno, che resta vettore energetico raro, ma che può dare grandi soluzioni in campo industriale e per la mobilità. Il nostro obiettivo principale è decarbonizzare i nostri impianti. Ma nei trasporti in particolare ci stiamo attrezzando per avere stazioni anche per l’idrogeno. In futuro, come sta avvenendo per elettrico, ci sarà una crescita soprattutto per i veicoli pesanti».

Per Descalzi infine non c’è competizione tra idrogeno blue o green (a seconda delle diverse tecnologie utilizzate, se dall’estrazione di combustibili fossili o da fonti rinnovabili).

«Se dovessi mettere per esempio per l’Ilva di Taranto invece dell’idrogeno grey o blue una tecnologia green avrei bisogno di elettrolizzatore da un Gigawatt, 3 giga di rinnovabili, 8mila ore di stoccaggio. È un sistema pesante. Il costo, economicità e domanda conta, è facile giocare al rilancio sugli obiettivi di decarbonizzazione, ma non devono essere aspirazioni teoriche, devono fare i conti con domanda e costi e creare un contesto che permetta di raggiungere quei target»

 

 

Per Alberto Dossi, presidente del gruppo Sapio «si parla poco del tema sicurezza. Serve competenza e conoscenza. C’è un vuoto normativo, ma c’è grande collaborazione a tutti i livelli. Auspichiamo tutti – spiega alla platea digitale dell’evento che comprende quasi 6mila persone collegate – che il nuovo piano nazionale sull’idrogeno colmi tutti gli aspetti legislativi e applicativi necessari».

Ed ancora presenti Paolo Gallo (ceo Italgas): «L’infrastruttura sarà pivotale, ma in grado di gestire gas diversi e quindi dovrà essere smart e digitale. Il ruolo della distribuzione di gas sarà cruciale, come confermato dalla Commissione europea. Ma servono investimenti sulla rete».

Fondamentale secondo Gallo, lavorare sulla sburocratizzazione: «Cingolani ha ragione. recentemente per un’opera di sei mesi, abbiamo dovuto affrontare un iter autorizzativo di 18 mesi»

Mazzoncini: «Idrogeno per mobilità pesante, al lavoro sulla linea ferroviaria Iseo-Edolo»

Il ceo invece di Renato Mazzoncini manifesta perplessità sulla diffusione dell’utilizzo nella mobilità leggera, ma «sul pesante e i treni le prospettive sono diverse». Un tema che investe direttamente la multiutility, che si sta occupando del progetto di alimentazione a idrogeno della linea Iseo-Edolo, in Vallecamonica, lanciato da Regione Lombardia. «I costi potrebbero essere ridotti eliminando gli oneri di sistema. Se l’iniziativa decollasse, ne potrebbero beneficiare anche molte aziende siderurgiche del territorio bresciano».

Per Starace «sugli elettrolizzatori in Europa c’è ancora da lavorare. Ma anche i primi pannelli solari sono nati per un utilizzo di nicchia. Ci sono presupposti perché anche gli elettrolizzatori, a livello di costi, possano diventare una tecnologia mainstream. In cinque anni lo capiremo. Stiamo cercando di spingere una industrializzazione in questa direzione per abbattere la barriera dei costi». «L’idrogeno – spiega – va utilizzato in maniera intelligente, per decarbonizzare produzione di acciaio o cemento o nella chimica. È molto problematico e costoso trasportarlo, e per questo è meglio produrlo vicino ai punti di consumo».

Sembra aperta una tavola rotonda sul tema idrogeno in continua evoluzione e che sembra essere l’energia utilizzabile per il futuro ma vi sono ancora tanti aspetti da chiarire.

https://www.ilsole24ore.com/art/la-strategia-sull-idrogeno-e-transizione-energetica–diretta-live-ADGXl8TB

 

 

 

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