
Occhito. Lago fascinoso tra Puglia e Molise

di Daniele Leonardi
A pochi passi dal mio paese, vi è un grande invaso artificiale, creato con uno sbarramento sul fiume Fortore. Il Fortore è lungo 110 km e scorre nelle province di Benevento, Campobasso e Foggia. È uno dei maggiori fiumi dell’Italia meridionale. A causa della realizzazione della diga di Occhito, il fiume ha di molto ridotto la propria portata.
Il lago segna il confine tra la Puglia e Molise per circa 10 km. È stata realizzata alla fine degli anni ’50 per irrigare i territori circostanti del Molise e della Puglia. Difatti, il consorzio è in gestione alla Capitanata. L’opera di costruzione della diga è durata ben nove anni, frutto di investimenti della Cassa del Mezzogiorno e del Piano Marshall. Più precisamente, i lavori di costruzione della diga ebbero inizio nel 1957 e si sono protratti fino al 1966. Curiosa l’origine del nome del lago: sembra venga da “ucchio”, pianta silvestre denominata così da queste parti.
Il lago è circondato da una pineta che offre un paesaggio incantevole. Lungo le sue sponde si trovano alcuni interessanti sentieri perfetti per un’escursione a piedi o in mountain bike.
La zona è caratterizzata da una vegetazione arborea, quali querce, ornelli, frassini, aceri, cornioli, leccio, robinia, pino di aleppo e pino marittimo. Lo specchio d’acqua e la zona boschiva che lo circonda rappresentano un importante habitat per numerose specie animali. È possibile osservare un gran numero di uccelli, per lo più migratori, che hanno scelto il lago come tappa nei loro spostamenti, (tra cui folaghe, aironi, gallinelle d’acqua e germani reali). Il lago è itinerario di pesca: sono presenti carpe, cavedani, carassi, pesce gatto, anguille, trote, alborelle, e black bass.
Occhito è importante anche per la lontra, la cui presenza è accertata grazie a numerose tracce. Si segnalano anche diverse specie di uccelli nidificanti, quali il nibbio, il nibbio bruno, il lanario, e la variopinta ghiandaia marina. L’habitat è ideale per rare specie di anfibi, come la rana appenninica e il tritone italiano.

(Panoramica del lago di Occhito vsto dal Molise, © Daniele Leonardi)
L’invaso, nonostante sia di origine artificiale, è talmente naturalizzato che sembra lì da sempre. Infatti, ciò che colpisce il visitatore è la meravigliosa simbiosi che c’è tra esso ed il paesaggio circostante. Sembra che nulla sia stato toccato dal tempo, quasi che la mano dell’uomo non sia mai esistita. I suoni, il vento, i profumi, rimandano ad un tempo passato.
Otto i paesi che si affacciano su questo specchio d’acqua, cinque nella provincia di Campobasso, tre nella provincia di Foggia. Il lago di Occhito è una vera e propria oasi di pace dov’è possibile rilassarsi con scampagnate, passeggiate lungo i sentieri a contatto con la natura incontaminata o trekking a cavallo.
Chi meglio di un turista può rendere l‘idea? Uno dei commenti più belli sul noto portale di Trip Advisor afferma: “lago immerso tra i colli e le campagne dell’alta Puglia e del basso Molise. Poco conosciuto e valorizzato. È un posto che lascia a bocca aperta. Uno dei più grandi invasi artificiali d’Italia e secondo d’Europa. Crea un’atmosfera tranquilla, immersi nella natura ci si può rilassare, visitarlo, fare escursioni e diverse altre attività”.
Uno specchio d’acqua carico di fascino.

(Panoramica del lago di Occhito visto dal Molise, © Daniele Leonardi)
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