
The Redford Center: il principale occhio sui problemi ambientali

“Non esistono risposte semplici o soluzioni chiare: esiste soltanto cosa ciascuno di noi è disposto a
fare” – Robert Redford.
di Martina Romeo
Quando si fa riferimento alla lotta contro i problemi ambientali difficile è non pensare al Redford Center. Fondato nel 2005 dall’allora già conosciutissimo, soprattutto nel mondo cinematografico, Robert Redford e dal figlio James, il Redford Center abbraccia totalmente la potenza dei nuovi media, producendo e finanziando produzioni cinematografiche (in particolare documentari) con scopi ben specifici.
Il principale tra questi? Mostrare storie eroiche di persone che non hanno paura di mettersi in azione per proteggere e restaurare il pianeta per le generazioni correnti e per quelle future. Persone non diverse dall’ordinario, ma capaci di trasformare quello che è ormai l’evidente problema ambientale in un vero e proprio tesoro da conservare.
Esseri umani di qualsiasi età, credenza ed etnia in grado di realizzare cose straordinarie “soltanto” grazie al loro spirito di iniziativa.
Il mondo, inutile negarlo, è in continua evoluzione. Sono bastati pochi anni per vedere apparire grattacieli ed autostrade, visibili ad ogni nostro minimo passo, dove una volta erano presenti soltanto aree verdi.
Ma non sempre l’evoluzione è una cosa positiva. Basti pensare a quanto l’aumento di queste strutture e vie di comunicazione, utili all’apparenza, abbino comportato un conseguente e decisivo incremento dell’inquinamento ed alla scomparsa di città in cui l’aria era sì contaminata, ma unicamente dai pollini.
Tutte le volte che qualcuno esprime la sua preoccupazione riguardo all’ambiente ed alla qualità della vita, gli stessi iniziano ad essere definiti immediatamente “ambientalisti” o “conservatori”. Parole il cui significato necessita, ad oggi, una ridefinizione. Magari, perché no, più vicina alla nozione “protettori”. Ma qualunque sia la parola con cui le stesse si definiscano, la loro non è di certo una lotta facile.
Le minacce e le accuse di star diffondendo false notizie ricevute da Redford non appena cominciata pubblicamente la sua attività a favore dell’ambiente, però, non hanno certo spaventato l’uomo. Tutto questo è stato infatti ciò che è servito a Robert e James per dar vita a quello che sarà il Redford Center, sia per cercare di portare le persone dalla loro parte che per riuscire a trovare un compromesso che potesse beneficiare non solo i contribuenti, ma soprattutto l’ambiente.
Controllando attentamente ciascun progetto realizzato, il centro produce documentari originali, sempre rilasciati con l’accompagnamento di una campagna di forte impatto, dedita ad invogliare il pubblico a prendere parte all’azione presentata all’interno dei lungometraggi.
Tra la ricerca di energia pulita (Happening: A Clean Energy Revolution, 2017), l’esposizione delle minacce a cui sono soggetti i molti fiumi dell’America occidentale (Watershed, 2012) e persone pronte a tutto per ottenere un’aria pulita (Fighting Goliath: Texas Coal Wars, 2008), per citarne alcune, la famiglia Redford ha sviluppato sin dalla nascita dell’organizzazione contenuti educativi relativi alle principali problematiche di oggi, utilizzando però un approccio diverso. E, probabilmente, più rappresentativo e coinvolgente di quelli fino ad ora attuati, in grado di raggiungere il pubblico non solo locale, ma internazionale.
Le sfide ambientali sono ormai diventate così scoraggianti che il pubblico ha iniziato a sentirsi impotente, ed è per questo che il differente approccio narrativo utilizzato dal Redford Center ha avuto un effetto così immediato. In fondo, è risaputo quanto le storie positive e ricche di speranza abbiano un ruolo fondamentale nella determinazione del cambiamento.
Il Redford Center è coinvolto laddove ci sia il bisogno di speranza e di maggiore conoscenza, e dove il coinvolgimento del pubblico ed il giusto tempismo facciano la differenza. Attraverso la presentazione di un contrappunto tanto necessario alle narrazioni ambientali, spesso controverse ed apocalittiche, il centro crea un’esperienza interattiva ed educativa per il pubblico. Abbiamo un solo pianeta, la nostra unica fonte di vita e, visti gli sviluppi, questa potrebbe essere la nostra ultima opportunità per agire.
La cosa più sacra che abbiamo è la capacità di scelta ed è proprio da quest’ultima, e dalla consapevolezza di quanto il primo passo verso l’azione sia fondamentale nella risoluzione del problema, che tutto ha inizio.
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