
Warka Tower, l’acqua è… nell’aria!

di Elena Musolino
Warka Tower: dall’Etiopia al Camerun l’evoluzione del progetto
di architettura eco-sostenibile in grado di procurare acqua ai
villaggi più poveri dell’Africa
Facile come bere un bicchiere d’acqua.
Un detto che possono ben dire i paesi occidentali e ricchi del mondo, non di certo i paesi più poveri dell’Africa, colpiti da forti siccità, in cui le persone devono spesso percorrere chilometri per raggiungere il pozzo o la fonte d’acqua più vicina.
In molti casi, quella stessa acqua non è nemmeno potabile.
In Etiopia, è stato sperimentato un interessante progetto, concepito dall’architetto italiano Arturo Vittori, fondatore dell’organizzazione no-profit Warka Water, insieme ad Andreas Vogler.
E’ stato presentato nel Padiglione Italia con il tema Comunità resilienti, in occasione della Biennale dell’architettura di Venezia 2021 per la sezione Sud Globale, che raccoglie esempi di soluzioni architettoniche innovative che contribuiscono al sostegno delle comunità sub sahariane, le più fragili da un punto di vista socioeconomico e più colpite dai disagi estremi derivanti dal cambiamento climatico.
Si tratta di un’imponente costruzione chiamata Warka Tower, che dal 2015 è stata installata con successo nella comunità di Dorze, nel sud dell’Etiopia.
Una torre del peso di 80 kg, costituita esternamente da bambù, internamente da una rete di polietilene tessile, un materiale riciclabile in grado di trattenere l’umidità, il tutto sormontato da una tettoia per raccogliere le gocce di rugiada.
Il clima torrido e i notevoli sbalzi di temperatura, dovuti alle escursioni termiche tra il giorno e la notte, aiutano il processo di condensazione, riuscendo a ricavare acqua dall’aria.
Warka Tower, insieme alla raccolta dell’acqua piovana, può arrivare a contenere fino a 80 litri di acqua al giorno, che viene poi filtrata e distribuita agli abitanti del villaggio.
Vittori e Vogler, dopo aver visitato alcuni villaggi dell’Etiopia nel 2012, hanno potuto constatare personalmente le gravi condizioni in cui versava la popolazione locale: pessime condizioni igienico sanitarie, indigenza e, soprattutto, grave penuria d’acqua.
Si tratta per lo più di realtà seminomadi, dedite alla pastorizia: la stessa acqua non potabile che serviva agli animali per abbeverarsi veniva usata per dissetare gli abitanti del villaggio.
Le idee portate avanti dall’organizzazione Warka Water hanno come obiettivo quello di realizzare opere che siano ecosostenibili e a basso impatto ambientale.
Warka Tower è composta interamente da materiali riciclabili e facilmente reperibili, come il bambù, e il suo costo non è troppo elevato.
È stata testata per tre anni e ha avuto, in poco tempo, un notevole successo, anche presso le persone del luogo. Vittori, infatti, ha sempre cercato di coinvolgere la popolazione autoctona nella realizzazione dei suoi progetti.
Provare a convincere che si potesse ottenere acqua dall’aria non è stato semplice, così come vincere la ritrosia delle persone del luogo verso ciò che è nuovo e sconosciuto.
La lungimiranza di Vittori è stata quella di portare innovazione, all’insegna dello spirito della tradizione locale.
Il termine “Warka”, infatti, deriva dal nome attribuito all’albero di fico, all’ombra del quale gli abitanti del villaggio si riuniscono durante importanti assemblee e ricorrenze.
Rendendolo un simbolo familiare, la torre si è perfettamente integrata nel territorio; le persone del luogo la gestiscono in totale autonomia e contribuiscono attivamente a costruirne di nuove.
Le torri Warka, infatti, non vengono prodotte in serie a livello industriale, ma possono essere realizzata manualmente.
Il progetto è, attualmente, in continua evoluzione. Negli anni sono stati realizzati diversi prototipi di torri Warka, implementandone la struttura e adattandola alle caratteristiche geomorfologiche del territorio.
Il prossimo passo è la costruzione di un altro prototipo di torre 4.3 che diventerà una delle componenti del Warka Village, un villaggio formato da una cucina comune, case sollevate dal suolo, più resistenti e, soprattutto, bagni pubblici dotati di acqua e sapone, che potrebbero prevenire gravi malattie come il tifo.
Il termine dei lavori, tuttora in corso in Camerun, è previsto entro la fine del 2022 e sarà in grado di ospitare circa 100 persone.
Warka Water sta operando con successo in paesi come Togo e Haiti.
L’idea è quella di estendere su larga scala queste soluzioni innovative, comprendendo aree ancora più estese dell’Africa o paesi come l’India.
Avendo sempre come obiettivo imprescindibile il rispetto dell’ambiente, attraverso la realizzazione di opere ecosostenibili ad impatto zero.
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