
Sapore di futuro. A tavola con le cavallette

di Giulia Zini
Londra mette i cracker di grilli sugli scaffali dei supermercati mentre l’Italia dice di no al novel food .Si chiama Small Giants e si tratta di una start up italiana con sede nel Regno Unito. I fondatori, di origine torinese, si sono mossi controcorrente preparando farine a base di insetto quando nel nostro Paese ancora molti storcevano il naso all’idea. In Italia la distribuzione di insetti edibili resta vietata, e per far salpare il loro progetto i due imprenditori sono dovuti volare nella capitale inglese, dove i loro alimenti super proteici stanno ottenendo un grande successo.
Muoversi nella direzione opposta della tradizione culinaria italiana ed europea potrebbe essere un salto nel vuoto o una previsione azzeccata? Considerando il parere scientifico: la risposta esatta sembrerebbe la seconda. Infatti, gli insetti, così come alghe e hamburger sintetici sono destinati a diventare la principale fonte alimentare umana entro il 2050.
Sembra uno scenario surreale, eppure sì: l’uomo dovrà rivisitare il suo piano alimentare entro quella data; a detta degli esperti la popolazione mondiale aumenterà in modo esponenziale e si prevende un passaggio da 7,7 a 11 miliardi di abitanti entro la fine del secolo, il che si traduce in minore terra coltivabile e una maggiore domanda di cibo.
Inoltre, il cambiamento climatico, la deforestazione, l’allevamento e la pesca intensiva stanno portando a una sovversiva mutazione del pianeta e delle nostre abitudini.
Si stanno già varando diverse ipotesi in vista di questi scenari, che ci condurranno a una drastica riduzione delle proteine animali, e apparentemente, gli insetti rappresentano la scelta migliore in quanto altamente proteici e allevabili ad un basso impatto ambientale, anche grazie allo skyfarming. I luoghi di allevamento sono in espansione in tutto il continente: in Italia l’azienda agricola Alia Insect Farm ne ha recentemente aperto uno alle porte di Milano.
Secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) le specie già allevabili in Europa sono la Mosca soldato nera, il Tenebrino molitor, il Grillo domestico, la Locusta migratoria e la Cavalletta; l’Autorità mantiene una linea propositiva verso questo tipo di alimenti, definendoli “una fonte di cibo sana e altamente nutriente, ricca di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali”.
Inoltre, la Comunità europea si sta mostrando favorevole a questa proposta alimentare ed ha stanziato un finanziamento di tre milioni di euro per ogni Paese tra gli Stati membri, che incoraggi l’ingresso di insetti nel menù.
Già in tanti Paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America del Sud è tradizione consumare queste specie animali. Basti pensare alle immagini virali provenienti dal sudest asiatico raffiguranti persone che mangiano cavallette, ragni e scorpioni infilzati e fritti. Di conseguenza, non appare così utopico immaginare un futuro in cui essi diventino una delle principali fonti di approvvigionamento.
Su questo fronte si è espressa anche l’università di Cambridge, la quale ha di recente dichiarato alla rivisita Nature Food quanto il nostro sistema alimentare attuale sia vulnerabile e che, nonostante l’utilizzo di fitosanitari, OGM e altri prodotti atti all’incremento della produzione, ancora oggi 650 milioni di persone soffrano di malnutrizione. Purtroppo, come già si sa, il cambiamento climatico imminente porterà ad un peggioramento della situazione descritta dai ricercatori, ma funghi, alghe e insetti potrebbero contrastare il fenomeno della scarsa nutrizione, oltre che diminuire l’impatto ambientale, che il nostro sistema alimentare crea.
Da qualche anno in Europa si sta lavorando per avere un continente più sostenibile. Come d’accordi con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, infatti, si cercherà di ridurre le emissioni entro tale data. Tra gli obiettivi perseguiti c’è anche il calo dei prodotti fitosanitari, stabilito a Bruxelles il 20 maggio 2020 nella valutazione del regolamento (CE) n. 1107/2009 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020DC0208&from=ES.
La diminuzione dei pesticidi porta inevitabilmente a una ricerca di alternative che possano soddisfare la domanda del mercato alimentare, da qui la necessità di includere gradualmente nelle nostre diete i cibi sopraelencati.
Ovviamente, non mancano le controversie sul tema: l’idea di mangiare larve e insetti non è facile da digerire per molti. Soprattutto nei Paesi europei con una tradizione culinaria fortemente radicata, come ad esempio l’Italia, dove molti pilastri della cucina si sono espressi sfavorevolmente di fronte a tale proposta. In particolar modo lo Chef Giuseppe di Iorio ha dichiarato “credo che gli insetti non facciano parte della nostra cultura e del nostro Dna. Per quanto riguarda la mia filosofia se io vedo un insetto in cucina chiamo subito la disinfestazione”. Non sono meno forti le parole di un altro Chef: Antonello Colonna, il quale spera che “il novel food non abbia successo” e che “la scienza possa fare passi in avanti, senza rovinare la tradizione”.
Insomma, una rivoluzione difficile da accettare per molti, ma che senza dubbio è già iniziata.
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