
Scarsità di acqua. Italia ad alto rischio

di Tristan Gaudiaut
Secondo la definizione delle Nazioni Unite, “quando un territorio prende il 25% o più delle sue risorse rinnovabili di acqua dolce, è considerato sotto stress idrico”. A livello globale, nel 2018, poco più del 18% delle risorse totali di acqua dolce rinnovabile sono state ritirate. Ma a livello regionale, tuttavia, alcuni territori stanno già vivendo gravi problemi di scarsità d’acqua.
Con un clima naturalmente arido o semi-arido, il Nord Africa e il Medio Oriente hanno i più alti livelli di stress idrico e stanno già sopportando il peso degli effetti dei cambiamenti climatici. Altrove nel mondo, alcuni paesi dell’Asia centrale e meridionale, ma anche dell’America Latina e dell’Europa (Spagna, Italia,…) sono già classificati come “ad alto” rischio.
Come mostrano le proiezioni del World Resources Institute per il 2040, la scarsità di risorse idriche è purtroppo destinata a peggiorare. Un rapporto dell’Economist Intelligence Unit afferma che “la rapida urbanizzazione, la crescita della popolazione, i cambiamenti climatici e lo sviluppo economico stanno mettendo sotto pressione i sistemi di approvvigionamento idrico”.
Secondo le previsioni, 44 paesi dovranno affrontare livelli di stress idrico “estremamente alti” o “alti” entro il 2040. Come avverte il rapporto, “allo stesso tempo, l’innalzamento del livello del mare sta mettendo un numero crescente di territori, in particolare nell’Asia orientale e sud-orientale, a maggior rischio di inondazioni, che possono sopraffare i sistemi igienico-sanitari e inquinare le fonti di acqua potabile”.