
Stretti di Giaredo: canyon da tutelare!

di Francesca Palagi
Stretti di Giaredo, in Lunigiana, un canyon dell’appenino Tosco-emiliano aperto a tutti senza nessuna restrizione. A pagarne il conto rischiano di essere le specie animali, la flora e il paesaggio spesso vittime di un turismo poco responsabile. Quattro chiacchiere con Piero, guida turistica di Sigeric, che da anni, insieme alla sua associazione, punta sul turismo sostenibile e responsabile in questo paradiso della Lunigiana, parte più settentrionale della Toscana, al confine con Liguria ed Emilia-Romagna.
Gli Stretti di Giaredo, dove e cosa sono?
Ci troviamo a confine fra i comuni di Pontremoli e Zeri, in Lunigiana. Il Torrente Gordana, prima di confluire nel fiume Magra, scorre per gli ultimi chilometri all’interno di un suggestivo canyon, alto oltre 20 metri, che prende il nome appunto di Stretti di Giaredo. Visitabile e accessibile da chiunque sappia nuotare ma con la dovuta consapevolezza di trovarci in una Zona Speciale di Conservazione 1(ZSC) riconosciuta dall’Ue. Questo cosa vuol dire? L’area è riconosciuta per alcune specie botaniche e endemismi che necessitano di tutela. Dovrebbe infatti esserci un piano gestione che ne regoli ad esempio il flusso turistico…
Chi dovrebbe tutelare questo paradiso d’acqua?
In primis la regione Toscana, seguita dai comuni competenti ossia Zeri e Pontremoli. Tuttavia ad oggi non risulta ancora un piano di gestione che tuteli questo Habitat preservandone la bellezza. Sul sito della regione toscana infatti risulta ancora in fase di redazione/approvazione il progetto che tuteli la Valle del torrente Gordana. Nel mentre ognuno è libero di usufruire di questo paradiso…
Perché oggi risulta necessario e urgente avere un piano di gestione?
Gli stretti di Giaredo oggi sono sempre più conosciuti e sono diventati, anche grazie ai social, una meta molto gettonata. Nella stagione scorsa (periodo maggio-settembre) i turisti giunti tramite la nostra associazione, Sigeric, erano 2000 persone, abbiamo stimato che fossero circa 20-30% dell’afflusso totale di persone che hanno visitato gli stretti senza guida, quindi in totale circa 10 000 persone hanno fatto trekking fluviale nella valle del Gordana!
Questa affluenza deve fare i conti con alcune problematiche: le stradine strette e i non parcheggi; la diga che si trova a monte degli stretti che quando viene sottoposta a pulizia del bacino comporta innalzamento del flusso d’acqua e una grande quantità di sedimenti che va verso valle, dannosa in primis per l’habitat ma anche per la sicurezza dei turisti; gruppi spesso inconsapevoli del posto che deturpano il paesaggio giocando con girini, o segnando rocce. Ecco perché serve un piano di gestione responsabile per tutelare il sito naturale degli Stretti Di Giaredo. A maggior ragione in questo anno in cui l’attenzione per l’ambiente e per l’impronta ecologica è così grande!
Quali progetti potrebbero sposare questo obiettivo di tutela dell’ambiente? Penso all’Orrido di Botri, altro canyon in Toscana a pochi chilometri da Lucca che dal 1971 è stato dichiarato Riserva naturale gestito dai carabinieri che ne controllano e contingentano gli accessi. O ancora alla gola dei Serrai di Sottuguta che è parte della Riserva Naturale della Marmolada quindi anch’essa salvaguardata da precise norme di sicurezza e disposizioni comunali.
È necessario anche per gli stretti di Giaredo trovare il giusto equilibrio tra attività ed elementi che, come abbiamo visto, potrebbero essere tra loro in conflitto: fruizione turistica, tradizione rurale, sfruttamento idroelettrico, conversazione della natura. Una sfida che deve essere vinta per il futuro di questo angolo di paradiso nei nostri Appennini.
In attesa di un piano di gestione, il turista perfetto cosa deve fare?
Innanzitutto è necessario avere la consapevolezza di dove ci troviamo, appunto in una zona speciale di conservazione che quindi richiede massimo rispetto per gli animali, le rocce, i fiori che ci circondano. La nostra presenza non deve essere percepita dall’ambiente circostante. Per questo sarebbe bene evitare i periodi con maggiore affluenza, come il weekend. Essere responsabili verso se stessi con un buon equipaggiamento che non vi esponga a rischi e responsabili anche verso i vostri amici a quattro zampe che non amano questo tipo di avventura! Assicurarsi che le condizioni meteo siano adatte e soprattutto informarsi sui lavori previsti dalla diga.
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