
La “società selvaggia” di Aldo Leopold

Wilderness ovvero natura selvaggia. E per quanto possa sembrare una contraddizione in termini c’è anche una “società della wildeerness”. Un ideale e una filosofia di vita ( libera e selvaggia ovviamente) che sono stati teorizzati negli anni Trenta del secolo scorso da Aldo Leopold. Personaggio e pensatore che è stato filosofo, scrittore, ecologista e anche guardiaboschi. Nato nel 1887 è morto nel 1948, tentando di spegnere un incendio boschivo. Considerato l’erede spirituale di Henry David Thoreau e John Muir, Leopold è annoverato tra i più grandi ecologi del Ventesimo secolo e tra i fondatori della Wilderness Society. La sua etica della terra e la sua filosofia della vita selvaggia rappresentano ancor oggi un punto di riferimento del moderno movimento ambientalista.
Il suo A Sand County Almanac (Pensare come una montagna) è divenuto un classico della letteratura naturalistica, ha influenzato generazioni di lettori e ambientalisti, vendendo sino a oggi quasi otto milioni di copie in tutto il mondo.
In questi scritti «per la salute della terra», sono racchiusi i temi che hanno fatto di Aldo Leopold uno dei punti di riferimento del moderno conservazionismo: il suo appello per la salvaguardia e la tutela della natura è connesso alla necessità di sviluppare un’etica della terra: è un invito a considerare la specie umana non come “rivale” né “padrona” della natura, ma come la sua più preziosa alleata e custode. Il criterio collettivo che definisce un buon uso della terra deve essere qualcosa di molto più profondo del profitto e della resa. I fondamenti di un’etica della terra poggiano sul trascendere il punto di vista antropocentrico e contemplare la natura e le creature non come proprietà da sfruttare ma come un organismo dotato di equilibrio, armonia e bellezza – da cui dipende la nostra stessa integrità e salute. Le specie animali e vegetali selvatiche sono una parte imprescindibile dei meccanismi della terra e la loro scomparsa è all’origine di pericolosi squilibri. La biodiversità genera stabilità, per questo dobbiamo conservare la natura selvaggia. L’intero sistema è interconnesso la terra è stabile se c’è circolarità in questo sistema, se il meccanismo della terra viene convertito all’uso dell’uomo si genera instabilità: erosioni, esondazioni, infestazioni, estinzioni di specie. Solo una relazione armoniosa, simbiotica e responsabile tra l’uomo e l’ambiente potrà garantire la vita; un rapporto disarmonico e imperfetto condurrà al degrado, alla malattia e all’impoverimento della vita umana e dei suoi valori fondamentali. Per questo occorre ridefinire il concetto di comunità in modo che non comprenda solo gli esseri umani ma terra, acqua, animali e piante, e occorre abbandonare un utilitarismo sconsiderato a favore di un’evoluzione culturale centrata sull’educazione alla percezione e alla bellezza.***********
Tutto ciò che è libero e selvaggio è un’antologia di testi inediti in Italia di Aldo Leopold. Traduzione di Luca Castelletti. Piano B Edizioni, 2022, pp. 150, € 16,00