
Nel Giorno della Terra social media a giudizio

In The Dark. Come i social media nascondono al pubblico la questione del climate change. Classifica delle Big Tech sulla trasparenza. Questo il titolo di un dettagliato rapporto sulla mis/disnformation operata dai principali social media che esce nell’imminenza dell’annuale Day of the Earth. Le analisi sono state condotte sulla base di dati raccolti nei primi quattro mesi del 2022. Due i promossi, per quanto non a pieni voti: Pinterest e YouTube, che risultano i più avanti in un percorso peraltro ancora lungo e su certi aspetti in notevole ritardo rispetto a una situazione in rapido peggioramento. Facebook, Twitter e Tik Tok risultano invece sononoramente bocciati. E qui il social che stupisce di più è Twitter, in quanto social che ha i suoi punti forti nell’informazione e nella elevata presenza di professionisti della comunicazione.
Tra il 14 gennaio 2022 e l’8 aprile 2022, Amici della Terra, Avaaz e Greenpeace USA hanno creato criteri specifici per la valutazione delle politiche di
disinformazione climatica delle piattaforme, utilizzando un elenco di 27
valutazioni formulate con “sì o no”. Domande che rappresentano lo scopo e livello di trasparenza ai quali queste aziende dovrebbero attenersi e che si rivolgono a ricercatori, politici e pubblico, invitati a tenere traccia della
dis/disinformazione climatica e fare presssione sulle società di social media
responsabili della sua diffusione.
Per decenni, l’industria dei combustibili fossili ha riversato milioni di dollari per diffondere sulla crisi climatica disinformazione online e offline, promuovere la polarizzazione del pubblico e produrre un’azione di stallo. Ecco perché gli ultimi rapporti sul clima delle Nazioni Unite affermano che la disinformazione climatica è una minaccia per l’azione. Questa nuova scorecard di Friends of the Earth, Avaaz, Greenpeace USA dimostra che le società di social media stanno in gran parte lasciando il pubblico all’oscuro dei loro sforzi per combattere il problema. C’è una grave mancanza di trasparenza, su come queste società nascondano la prevalenza della mis/disinformazione sul clima digitale e non mettano in atto o in modo del tutto carente misure interne per far fronte alla sua diffusione.
Pinterest e YouTube, come detto all’inizio, hanno adottato misure notevoli per affrontare la mis/disinformation, mentre Facebook, TikTok, e Twitter sono ancora bel lontani dal raggiungimento degli standard minimi necessari per contrastarle
Ilreport completo è scaricabile qui:
Fai clic per accedere a Climate_Disinfo_Chart_final_041822-1.pdf
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