
Viaggiatori golosi. Nuova razza turistica

di Veronica Accornero e Luigi Di Cicilia
La ricerca e scoperta di nuovi sapori, cultura e storia legati al cibo e al vino locali. sono il cuore del turismo enogastreonomico. Mettere e servire in tavola anche vicende e personaggi illustri di un territorio è diventato un asset turistico di prim’ordine e non solo un’immagine evocativa, come suggerito dalla nostra immagine di copertina.
Con Covid-19 ha preso piede il neverending tourism, il turismo digitale: un’esperienza che coinvolge il turista sia prima che dopo il suo viaggio rendendolo più consapevole del luogo visitato e aumentando in lui la curiosità.
Dal 2016 al 2021 è aumentata la percentuale delle persone che ha viaggiato con principale motivazione il cibo e il vino
Il rapporto 2021 sul turismo enogastronomico curato dalla prof. Roberta Garibaldi e stato realizzato con il patrocinio di ENIT, Fondazione Qualivita, Ismea e Touring Club Italiano, e il sostegno di PromoTurismoFVG, Visit Emilia, Valdichiana Living e UniCredit. Da esso scaturisce il nuovo profilo del turista enogastronomico, sintetizzato dal seguente dato: nel 2016 solo il 21 % degli intervistati aveva dichiarato di aver svolto un viaggio con motivazione enogastronomica, nel 2021 tale percentuale è salita al 55 %.
Il 21% considera le attività gastronomiche il principale motivo di viaggio, mentre il 58% ha svolto la vacanza per partecipare ad esperienze enologiche, ossia legate al vino, alla birra e altre bevande alcoliche.
Ma qual è il profilo dei turisti enogastronomici: è possibile tracciarne un identikit?
Nel nostro Paese, l’importanza strategica del comparto enogastronomico, quale segmento di turismo, è andata progressivamente crescendo nel corso degli anni, diventando la motivazione principale dello spostamento di turisti alla ricerca non solo della conoscenza del prodotto ma anche del territorio di produzione. Ciò vale per i turisti italiani e, soprattutto, per gli stranieri, in particolare olandesi, tedeschi e spagnoli.
Da sempre il cibo è stato oggetto di curiosità e di attrazione verso un luogo ma, ora più che mai, è diventato un fattore decisivo per la scelta della destinazione quale esperienza da imprimere nella memoria. Basti pensare che ben il 77% dei turisti leisure statunitensi ha interessi gastronomici.
Il turista del gusto è disposto a coprire distanze maggiori che in passato per raggiungere la destinazione, viaggia nei territori di produzione in stagioni diverse e opta per una ricettività sempre più varia.
Queste e tante altre infornazioni sono contenute nel report sul turismo gastronomico realizzato nell’ambito del Master in Comunicazione digitale, mobile e social dell’Università di Parma per l’insegnamento “Internet research e web reporting” e curato da Veronica Accornero e Luigi Di Cicilia.
Qui il report completo
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