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La sostenibilità ai tempi di TikTok. Gli EcoToker

La sostenibilità ai tempi di TikTok. Gli EcoToker

di Aurora Panichelli

 

La sostenibilità è un tema portante e non è stato spazzato via dalla pandemia: una maggiore sensibilità sembra ormai acquisita per la maggior parte delle persone, diventando anche un impegno per le aziende. A marchi sostenibili, infatti, si orientano sempre più persone nelle loro scelte in ogni campo.

Da una ricerca realizzata da TikTok e OMINCOM MEDIA GROUP (OMG), “#EcoTok: la sostenibilità allo specchio. La percezione della community di TikTok sulla sostenibilità”, emerge come TikTok stia diventando luogo di confronto anche su temi come società e ambiente, soprattutto per la Generazione Z.

EcoTok è l’hashtag dove si condividono pillole di sostenibilità. Dal riuso dei fondi del caffè al riciclo di materiale tessile. Si incentiva l’uso di materiali con minore impatto ambientale. Si predilige uno stile di vita plastic-free. Si fa denuncia su un sistema della moda insostenibile e che porta ad uno sfruttamento della manodopera. Proponendo in alternativa l’acquisto di seconda mano o l’adozione di una filosofia d’acquisto più consapevole.

Elisa Nicoli, Giorgia Pagliuca, Sofia Pasotto, rispettivamente: @eco.narratrice, @ggalaskache, @telospiegasofia, sono alcuni tra gli account che ricevono più visualizzazioni proponendo contenuti su sostenibilità, ecofemminismo e cambiamento climatico. Da segnalare anche il magazine online Ohga!, presente su TikTok e Instagram, che promuove un benessere quotidiano e sostenibile, e Archeoplastica, un progetto di sensibilizzazione sull’inquinamento del mare. In questo account centinaia di video mostrano rifiuti abbandonati di tutti i tipi: flaconi di shampoo, creme solari, accendini, posate monouso e altro ancora: alcuni attribuibili addirittura agli anni ’60. L’origine è varia: marchi made in Italy, provenienti dalla Grecia o dagli Stati Uniti.

L’indagine di TikTok insieme ad OMG mostra come gli utenti interessati ai temi ambientali, detti EcoToker, hanno sfruttato lo spazio della piattaforma per condividere consigli e pratiche “fai da te”, conoscere brand e prodotti eco-friendly e imparare quale sia l’impatto di alcuni marchi sull’ambiente.

La maggioranza del campione analizzato conferma che dopo la visione dei video ha cercato maggiori informazioni sui motori di ricerca o sullo stesso TikTok, ne ha parlato con la famiglia o con gli amici o si è informato sul Brand prima di fare un acquisto.

Nella piattaforma social sono molti i video che mostrano pezzi vintage ripescati dagli armadi dei nonni o dei genitori, consigli per il riutilizzo di oggetti o vestiti, ricette contro lo spreco alimentare e altro ancora. Spesso gli autori sono proprio i post-millennials.

A contrastare è il coesistere di due narrazioni social, che rappresentano anche i due stili di vita opposti di una stessa generazione: uno incentrato alla sostenibilità e che alla ricerca di soluzioni meno impattanti, l’altro, legato al consumo e che non si cura degli effetti a breve e lungo termine.

Difatti registrano ancora milioni di visualizzazioni i video in cui si mostrano mega haul di Shein. Letteralmente pacchi di vestiti e accessori. Con prezzi bassissimi anche solo rispetto ad altri marchi fast fashion come Zara o H&M.

McKinsey&Company illustra nel suo studio “The State of Fashion 2019” come nove consumatori su dieci della Generazione Z sostengono sia giusto che le aziende si assumano più responsabilità sul fronte ambientale e sociale.

Una recente ricerca Ipsos spiega, invece, come i giovani si mostrino attenti a tematiche come ambiente, sostenibilità e inclusione sociale. Buona parte del campione analizzato crede giusto l’affermarsi di un’economia green e di industrie eco-sostenibili.

La “Gen. Z” mostra quindi due anime. Ovviamente sono presenti anche casi più equilibrati. In cui per esempio c’è maggiore consapevolezza e si cercare di cambiare le proprie abitudini ambientali. Ma che al contempo per questioni personali, economiche o geografiche si ricorre ancora all’uso di prodotti non propriamente eco-sostenibili.

La Generazione Z, spesso accusata di nullafacenza, additata per il suo stile di vita basato sul consumo e sull’uso continuo dei social, mostra oggi un nuovo lato di sé: un lato caratterizzato dalla collaborazione tra social e informazione, tra innovazione e cambiamento, tra tecnologia e sostenibilità.

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