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Torrente Parma, un ecosistema da preservare

Torrente Parma, un ecosistema da preservare

di Emanuela Turzillo

 

Parma racchiude nel suo cuore un piccolo fiume, o meglio un torrente, che rappresenta un vero e proprio gioiello della natura. Affluente di destra del fiume Po, La Parma è un torrente che nasce sul monte Marmagna, scorre per 92 Km e confluisce col Po all’altezza di Mezzani.

Nonostante le sue ridotte dimensioni non ha nulla da invidiare ai grandi fiumi delle capitali in quanto a bellezza e panorami. La peculiarità della Parma sta nell’essere un piccolo torrente in pieno centro città, che al momento è incontaminato e racchiude un ecosistema interno ed esterno da preservare a qualsiasi costo. Questo ecosistema è aperto alla visita dell’uomo, poiché in alcuni punti esistono dei passaggi per scendere lungo il corso del torrente e passeggiarci accanto. Il sentiero, a differenza di quelli costruiti lungo altri fiumi, è immerso nella natura. Camminando nell’erba, tra alberi, fiori e tantissime altre piante, sembra proprio di essere catapultati in un altro contesto, che non ha nulla a che fare con l’immaginario collettivo di “centro città”.

Il lato negativo sta nell’incapacità dell’uomo di instaurare con la natura un sano rapporto di rispetto. Il lungo torrente, infatti, appare spesso ricoperto di rifiuti di ogni genere. L’università di Parma, in collaborazione con Sinistra Universitaria e i Monnezzari di Parma, organizza spesso delle raccolte dei rifiuti nel greto del torrente, in modo da salvaguardare l’ambiente. La prossima raccolta sarà il 18 marzo e per ora sarà l’ultima poiché, come comunicato dai movimenti stessi, “gli animali dell’ecosistema andranno incontro al periodo riproduttivo primaverile”. 

A dimostrazione della particolarità dell’ecosistema della Parma vi è anche la grande varietà di animali selvatici che ci vivono e che creano la loro “casa” in quegli spazi, di cui alcuni di essi sono considerati specie protette. Parliamo di nutrie, rospi smeraldini, ricci, scoiattoli e molti uccelli, come aironi, fagiani, germani reali, martin pescatori, gruccioni, e vari tipi di anatre che si trovano lungo le sponde del torrente. Ultimamente ci sono stati avvistamenti vicino il ponte Caprazucca, quindi in pieno centro, di caprioli che trotterellavano tranquillamente in mezzo alle piante. Anche i pesci, come la trota fario, temolo e il vairone, sono presenti nel torrente Parma, e in molti casi rappresentano una preziosa risorsa per l’economia locale. Oltre all’abbondante fauna troviamo una ricca vegetazione caratterizzata dalla presenza di alberi come ontani, salici e pioppi, importanti per l’habitat poiché forniscono ombra d’estate e rinfrescano l’acqua e l’aria. Questi alberi sono essenziali per gli uccelli che devono creare i loro nidi e aiutano a stabilizzare le sponde del torrente.

Purtroppo, durante le stagioni, la Parma soffre di alti e bassi. Nel 2022 più di ogni altro anno ha risentito molto del problema della siccità: già dalla fine della primavera l’acqua non scorreva più e il bacino era totalmente prosciugato. Soltanto nei rarissimi periodi di precipitazioni abbondanti ci sono state parvenze di riempimento, ma durante l’estate il torrente si é praticamente trasformato prima in palude e poi in un ammasso di pietre.

La mancanza d’acqua, oltre a connotare il problema imminente del riscaldamento globale, crea forte disagio per le varie specie di cui abbiamo parlato prima. Di fatto, molti uccelli e anatre sono costretti ad emigrare temporaneamente verso zone meno calde dove poter trovare cibo e acqua. Solo durante l’inverno c’è stata poi una buona ripresa, infatti adesso il fiume scorre normalmente e tutte le specie dell’ecosistema sono tornate alla normalità.

In che modo Parma e i parmigiani possono contribuire a preservare la biodiversità del torrente? 

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Si può godere del privilegio di avere uno spazio verde in piena città dove poter fare una passeggiata, portare a spasso il proprio cane, fare un picnic, stendersi su un telo e rilassarsi, senza influire sull’ambiente di cui si usufruisce. Si può partire prima di tutto dal non gettare rifiuti lungo il percorso ed evitare suoni forti o elettrici che disturbino e spaventino le specie che abitano questi spazi: si può essere ospiti graditi, educati e rispettosi, in una natura disposta ad accoglierci. Inoltre, anche le autorità locali dovrebbero partecipare alla preservazione dell’habitat. Negli anni, ad esempio, c’è stato un lungo dibattito sulla possibile costruzione di una pista ciclabile lungo il torrente. Possiamo solo immaginare quanto ne avrebbe risentito la flora e la fauna se l’uomo fosse riuscito a urbanizzare anche questa luogo di natura pura e selvaggia. 

 

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