
Alluvione: UNICEF chiede azioni urgenti per i bambini italiani

La drammatica alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna in questi giorni mette in mostra diversi aspetti drammatici relativi al nostro territorio.
L’Italia, come altri Paesi che si trovano nel cosiddetto hotspot Mediterraneo, sta infatti sperimentando con sempre più frequenza fenomeni metereologici estremi che hanno un grave impatto sulla popolazione.
Secondo l’Indice di Rischio Climatico per l’Infanzia (CCRI) dell’UNICEF, l’Italia presenta un rischio elevato per l’esposizione a rischi, shock e stress climatici e ambientali. Secondo dati Istat, inoltre, in Italia circa 11,5% della popolazione è esposta al rischio alluvioni, in Emilia-Romagna questo dato arriva al 62,5%. Questi dati sono in costante peggioramento anche a causa dei cambiamenti climatici.
Oltre alla fragilità del territorio e ai danni immediati, un ulteriore elemento di criticità riguarda le generazioni future, che saranno investite in maniera ancora più forte dagli effetti della crisi climatica. “I bambini e gli adolescenti sono tra i gruppi più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici, anche a causa dell’interruzione dei servizi di base. Stiamo lavorando in tutto il mondo per mettere i diritti dell’infanzia al centro della risposta climatica” spiega Andrea Iacopini, portavoce di UNICEF Italia. In Italia l’organizzazione porta avanti, tra le altre, azioni di sensibilizzazione e di advocacy per chiedere che le politiche climatiche siano anche a misura di bambini e adolescenti.
I diritti dei bambini al centro della risposta climatica
L’Italia si sta dotando di un Piano Nazionale di Adattamento ai cambiamenti climatici e per questo l’UNICEF chiede di intervenire nei sei settori cruciali per l’infanzia: acqua, strutture sanitarie e igiene (WASH), salute, nutrizione, istruzione, politiche sociali e protezione dell’infanzia; di mettere bambini e adolescenti in condizione di agire attraverso una formazione strutturale sui cambiamenti climatici, inclusa la riduzione del rischio da disastri naturali; di consultare i bambini e i giovani sia in fase di stesura, sia nelle fasi di realizzazione, monitoraggio e valutazione delle politiche climatiche.
“I bambini e gli adolescenti sono i meno responsabili per le cause dei cambiamenti climatici, ma quelli che ne subiranno gli effetti per la maggior parte della propria vita; è necessaria un’azione urgente e decisa per invertire la rotta” ha dichiarato ancora Iacopini.
Il clima del futuro è già presente.