
Il tesoro tra le pagine: viaggio a Chinguetti, il deserto Unesco

di Belén Román Vinagre
La parola “tesoro” evoca nell’immaginario collettivo grandi quantità d’oro nascoste da qualche imperatore azteco in una grotta nella giungla, statue greche gettate in mare durante un viaggio in barca a vela o navi affondate con un grande carico di diamanti all’interno. Ma cosa succede quando il tesoro è un insieme di manoscritti in cui è conservata la memoria del mondo in cui viviamo?
Parliamo dei manoscritti di Chinguetti, settimo luogo sacro dell’Islam e capitale storica della Repubblica Islamica di Mauritiana. Passeggiare per “la perla del deserto del Sahara”, come viene chiamata Chinguetti, con le sue strade labirintiche e strette dai colori caldi o le dune che circondano la città, ci trasporta nella vita raccontata nelle pagine di quei manoscritti che costituiscono il tesoro, dichiarato anche Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Si tratta di quasi 6.000 testi islamici su vari argomenti, come filosofia, medicina e astronomia, scritti in arabo e in altre lingue africane. Questi manoscritti sono stati realizzati tra l’XI e il XII secolo, utilizzando carta, pergamena o pelle di pecora, mentre per l’inchiostro si usava una miscela di carbone e gomma arabica. Dalle sue pagine si può notare che la numerazione delle foglie non era sempre utilizzata come oggi. Nei manoscritti di Chinguetti, infatti, l’ultima parola scritta nell’angolo inferiore sinistro è la prima parola scritta nel margine superiore destro della pagina successiva.
Il loro valore è stato riconosciuto solo negli anni ’70, quando uno storico mauritano, Ahamadou Baba, ha scoperto l’importanza che questi testi avevano in passato e hanno ancora oggi, e ha iniziato il lavoro di recupero e conservazione. Baba, infatti, ha fondato proprio a Chinguetti una biblioteca dove ha dato inizio alla sua opera di restaurazione e conservazione dei manoscritti che per secoli erano stati custoditi dalle famiglie locali, passando di generazione in generazione. Una delle grandi sfide da affrontare per la salvaguardia dei manoscritti era legato proprio al deterioramento dei testi a causa delle condizioni climatiche del deserto, come l’umidità e il caldo estremo. Erano conservati non solo nelle case delle famiglie, ma anche in biblioteche o depositi di libri dove i pellegrini alla Mecca o i passanti potevano consultare gli argomenti dei manoscritti.
Oggi il “tesoro” è conservato in 14 diverse biblioteche della città di Chinguetti: una pubblica, come già detto, e 13 private appartenenti a famiglie che conservano alcuni di questi manoscritti. Solo cinque di queste biblioteche private sono oggi aperte al pubblico, mentre negli anni Cinquanta erano più di 30, che sono gradualmente scomparse a causa di vari fattori climatici che hanno colpito la città.
La famiglia Abdullah Habbot è proprietaria di una delle biblioteche più grandi, che conserva più di 1.400 documenti appartenenti a viaggiatori di passaggio in città. Uno dei grandi problemi di oggi sono le termiti, che complicano l’intero processo di conservazione, come spiega il bibliotecario Ahmed Ould Habott: “Per conservarli, abbiamo iniziato a mettere polveri nei contenitori, contenitori con acqua, prodotti per preservarli, in modo che non venissero distrutti da termiti e insetti. Recentemente li abbiamo messi al sole e abbiamo aggiunto del sale per proteggerli. Le termiti non sono l’unico nemico. Il terrorismo ha impedito a molti turisti di visitare la città, nonostante fosse un’oasi di pace in mezzo al deserto, e proprio quando la situazione stava migliorando, è arrivato il COVID a paralizzare il mondo intero, compresa Chinguetti.
Oggi il turismo si sta lentamente ristabilendo. I valori culturali ed educativi che anche Chinguetti rappresenta con i suoi manoscritti possono portare sempre più persone a conoscere la storia antica della Mauritania e del Sahara, nonché per il commercio e i pellegrinaggi dell’epoca. La protezione di questo Patrimonio dell’Umanità è essenziale per garantire la diversità culturale del nostro pianeta, ma non è sempre facile farlo. Questo patrimonio ci permette di conoscere le nostre radici, la nostra essenza, la nostra storia e il modo in cui i nostri antenati vivevano.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.