
Animali marini aggressivi: la colpa del riscaldamento globale

In California è stato diramato un alert, a causa della insolita aggressività di molte specie marine e la colpa sarebbe del riscaldamento globale.
Leoni marini sempre più aggressivi
All’inizio di luglio, in California, è stato diramato un alert, a causa dei continui attacchi da parte di leoni marini e foche, verso i bagnanti e surfisti della zona.
Secondo Sam Dover, Direttore del Channel Island Marine & Wildlife Institute che si occupa di curare le creature marine, circa sette leoni marini sono stati colpiti da una malattia al cervello che sarebbe provocata da alcuni tipi di alghe che si trovano a largo della California. L’avvelenamento è legato all’emissione di acido domoico, una neurotossina che le alghe emettono e che assunta provoca la morte. Ad essere colpiti sono sopratutto Leoni marini, Capodogli e delfini. Secondo gli esperti questo fenomeno provoca inizialmente, atteggiamenti di pazzia.
La presenza così vasta di questo tipo di alghe è del tutto una novità, ed è dovuto al cambiamento climatico, che scaldando l’acqua facilita la dispersione delle neurotossine che colpiscono, gli organi vitali dei mammiferi. L’acido domoico si accumula anche in piccoli pesci come sardine acciughe che vengono poi mangiare in grandi quantità, dagli animali più grandi.
Una volta colpiti dalle tossine, gli animali potrebbero mostrare una varietà di comportamenti, inclusi letargia, disorientamento, imprevedibilità e aggressività.
Il caso dei pesci Vampiro
Anche i laghi sono colpiti dal cambiamento climatico.
Nella regione dei grandi laghi tra il nord degli Stati Uniti e il Canada è sempre più frequente la presenza della Lampreda, chiamata anche vampiro di mare. Si tratta di un pesce, da un aspetto terrificante, con una bocca a ventosa dalla forma circolare, denti aguzzi e lingua affilata, che si comporta da parassita, attaccandosi ai pesci senza che loro se ne accorgano, per poi succhiare il loro sangue ed ucciderli. Normalmente le Lamprede vivono nelle acqua del mare, dove tramite l’evoluzione hanno sviluppato la capacità di nutrirsi dei loro ospiti senza ucciderli, nell’ultimo periodo si è notato un loro spostamento nelle acque più fredde e dolci, dove però, il loro comportamento si dimostra molto aggressivo, provocando la morte di molti pesci.
Squali vicino alle coste urbanizzate
Il mutamento del comportamento di molte specie animali è dovuto anche alla continua urbanizzazione del territorio. A New York si è assistito ad un presenza di squali senza precedenti. Secondo la Marine Ecology Progress Series che ha studiato l’effetto dell’urbanizzazione nelle zone costiere, è stato individuato come gli squali si siano adattati alla città, alla luci, e al rumore, e siano sempre più vicini alle coste di Long Island.
Dallo studio è risultato come gli squali preferiscano le coste urbanizzate a causa dell’abbondanza di scarti alimentari e pesci morti, provenienti dalle attività umane.
Questo dato è allarmante, dato che l’urbanizzazione è in aumento, e nel 2050 il 70% della popolazione vivrà nelle città.
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